Renzi avverte «furbetti e furbastri che infangano i bravissimi». E Marino non esclude licenziamenti roma Il governo chiama, l’Inps risponde. Sui certificati di malattia, dopo il caso dell’assenteismo dei vigili di Roma e Napoli a Capodanno, l’Istituto di previdenza è pronto a fare la sua parte, ad un prezzo inferiore rispetto al sistema sanitario: «Le Asl — spiegano dall’Inps — hanno a bilancio 70 milioni l’anno per i controlli nell’ambito del pubblico impiego, noi siamo pronti a farlo alla metà».
Le verifiche sulle assenze per malattia avverrebbero «grazie a «un sistema di data mining (un processo di estrazione, tramite algoritmi, di informazioni da grandi banche dati, ndr ) e all’archivio dei certificati online di cui l’Istituto ha la gestione».
Il progetto al quale si sta lavorando parte da quanto riferito dal sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti ad aprile scorso, in un’audizione alla commissione Affari sociali alla Camera. Tra i punti toccati, la rivisitazione dell’attuale disciplina normativa «che prevede la visita fiscale fin dal primo giorno di assenza», per ottenere dei vantaggi in termini di costi, efficacia e per omogeneizzare le norme tra dipendenti privati e pubblici.
L’idea di fondo è attribuire ad un solo soggetto, l’Inps, il controllo fiscale, sia per il privato (come l’Istituto di previdenza già fa) sia per il pubblico. Secondo il pensiero di Rughetti, «i costi devono essere a carico dell’amministrazione che richiede la verifica». Dell’idea ne hanno parlato direttamente Matteo Renzi col presidente dell’Inps Tito Boeri, nell’incontro alla caserma degli alpini di Courmayeur. Renzi, nella lettera sul sito del Pd, affronta anche il tema del pubblico impiego: «Il Parlamento — scrive — dovrà licenziare la legge delega sulla Pubblica amministrazione. Meno sprechi, tempi certi delle risposte da parte del pubblico, grande investimento nel digitale, semplificazione e efficienza. Perché i tanti bravissimi funzionari pubblici che lavorano con onore hanno il diritto di non essere infangati da furbetti e furbastri».
Ma il fronte coi vigili, nella Capitale, rimane caldissimo. Il comando di piazza della Consolazione ha preso contatto col ministro Madia e da lunedì arriveranno gli ispettori del ministero. Mentre i sindacati, oltre allo sciopero e a nuove proteste (a rischio il 6 gennaio e il derby dell’11), sono pronti ad adire alle vie legali, per «difendere il nome della Polizia locale da calunnie e danni d’immagine. Da 800 lavativi ad appena 44 casi, la verità viene a galla»? Seconda questione: «Chi — dice Gabriele Di Bella, della Fiadel — ha stabilito che per Capodanno servivano 1.000 vigili, mentre in passato ce n’erano circa 600?». La Cgil aggiunge: «Basta col clima da caccia alle streghe», dice Natale Di Cola. Il sindaco Marino, da Boston, insiste sulla linea dura: «Sanzioni severe per gli agenti ingiustificati, anche licenziamenti. È stata tradita la città».
E. Men. – Il Corriere della Sera – 5 gennaio 2015