«A tutela del rispetto del tetto di deficit al 3% c’è una clausola di salvaguardia, cioè il dovere del Mef a monitorare l’andamento dei conti pubblici e i progressi dei pagamenti. Se ci saranno evidenze di sfondamento – ha affermato il ministro dell’Economia Vittorio Grilli in un’audizione davanti alle commissioni Speciali di Camera e Senato sul decreto debiti Pa – interverremo in maniera correttiva o rallentando pagamenti o con altre misure».
Il ministro: prima fotografia, poi altri pagamenti Il decreto legge sul pagamento dei debiti della Pa, ha ricordato Grilli, prevede un censimento dei debiti della Pa che «consentirà di avere finalmente una fotografia completa della situazione debitoria della Pubblica amministrazione per i debiti commerciali e poter programmare, nella nostra visione con la Legge di stabilità 2014, ulteriori tranche di pagamento in modo da chiudere una volta per tutte la partita dei crediti commerciali a fine 2012». «Nel settore Province già si registra accelerazione pagamenti» «Abbiamo cercato di capire ad oggi se ci siano già dei segni di accelerazione dei pagamenti – ha detto Grilli -, perchè gli enti che potevano già pagare perchè avevano liquidità potevano già farlo. Da un’analisi del sistema Siope, a nostro parere nel settore Province, che è il più piccolo ed è quindi più facile da monitorare, c’è un’evidenza dell’accelerazione dei pagamenti nei primi giorni». «Impignorabili i fondi per i pagamenti» Il Dl per il pagamento dei debiti della Pa, ha ricordato il ministro, contiene una «misura importante che rispecchia le indicazioni del Parlamento: l’impignorabilità fondi dei destinati a questi pagamenti». E questo anche per «garantire l’ordine di priorità evitando che creditori più giovani possano scalare la lista attraverso istanze di pignoramento». Sabatini (Abi): dare certezze ai pagamenti delle banche Nel pomeriggio è intervenuto, qualche minuto prima di Grilli e sempre in audizione, anche il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. Occorre «dare certezza al pagamento alle banche benchè postergato», ha sottolineato. «Potrebbe esserci il rischio – ha affermato – che aumentando l’alea di questi pagamenti siano richiesti ulteriori accantonamenti da parte delle autorità di vigilanza. E ci potrebbe essere anche un effetto negativo nell’ analisi dei bilanci delle banche da parte delle società di rating». Per quanto riguarda l’operatività del settore bancario e del factoring. per Sabatini vanno «adeguatamente riconsiderate alcune misure che se realizzate secondo quanto previsto dal decreto, rischiano di inceppare i normali meccanismi di mercato relativi allo smobilizzo dei crediti Pa presso il settore bancario e finanziario, aggravando gli attuali problemi di liquidità delle imprese, con un risultato complessivo opposto a quello atteso». In generale, l’Abi considera il Dl debiti Pa «un primo passo importante» che mette in campo risorse, «sebbene non in grado di risolvere la questione in via definitiva, sicuramente significative» e in grado di dare un contributo importante al Paese se le relative misure saranno «pienamente e tempestivamente attuate». Abi: ceduti crediti per 17 mld, 11 pro-soluto «Quanto valgono i crediti oggetto di operazioni di cessione a banche e finanziarie?», si è chiesto Sabatini. «Uso cifre che al momento sono oggetto di verifica (il dato preciso si avrà il 15 settembre se resterà la norma che lo impone): l’ammontare complessivo è di circa 17 miliardi, di cui 11 ceduti in operazioni pro-soluto». Sabatini: «Gli interessi di aziende e banche non sono contrapposti» Sabatini ha sottolineato che «gli interessi delle imprese bancarie e delle imprese degli altri settori produttivi non possono essere considerati contrapposti. Una maggiore liquidità disponibile per il sistema nel suo complesso, tramite il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, può migliorare la struttura finanziaria di tutti gli operatori economici. Non sarebbe quindi necessaria – ha concluso – la discriminazione oggi prevista dal decreto» fra i crediti vantati direttamente dalle imprese e quelli scontati in banca. «Ok rapido al Dl» L’Abi, ha poi spiegato Sabatini, auspica che «le modifiche» al decreto legge per lo sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione «siano quanto più possibile mirate nella prospettiva che il decreto venga rapidamente convertito in legge e le diverse amministrazioni interessate comincino da subito a lavorare per garantire il progressivo pagamento dei propri debiti». Bassanini (Cdp): «Complesso attuare decreto non convertito» Pochi minuti prima, sempre in audizione, il presidente di Cdp Franco Bassanini ha ricordato che l’attuazione di un decreto non convertito è “una prima assoluta”. Bassanini in particolare ha messo in evidenza la «responsabilità» che si assumono i vertici della Cassa ad attuare un decreto non convertito, soprattutto in regime di prorogatio «con tutti i limiti previsti da legge». «Non vorrei essere nei panni del mio amministratore delegato» ad avere la responsabilità sul fatto che la «Corte dei conti giudicherà l’atto indifferibile oppure no», ha affermato Bassanini. «Non esiste precedente nella storia della Cassa» dell’attuazione di un decreto non convertito, ha poi aggiunto l’ad Giovanni Gorno Tempini. Il presidente Cdp: si può ripatrimonializzare senza effetti su saldi «Non è detto – ha ricordato Bassanini – che per ripatrimonializzare la Cassa depositi e prestiti bisogna necessariamente mettere mano alle risorse del bilancio pubblico; ci sono molti modi per ripatrimonializzare la Cassa che non alterano i saldi di finanza pubblica».
Il sole 24 Ore sanita – 17 aprile 2013