Non finisce qui. Il braccio di ferro che dura da quattro anni tra i due politici dell’area Pdl più in vista del polesine, Isi Coppola e Renzo Marangon, è destinato a continuare anche dopo la sentenza di decadenza della Corte d’appello di Venezia. Perché è vero che la sentenza è esecutiva da subito ed è anche vero che l’Aula ha votato la decadenza del consigliere regionale Isi Coppola e la conseguente surroga di Renzo Marangon, ma è altrettanto vero che l’assessore Isi Coppola resta al suo posto e che ha tutta l’intenzione di dare battaglia presentando ricorso immediato in Cassazione.
I suoi avvocati e il costituzionalista Mario Bertolissi (sentito dal governatore Luca Zaia) hanno infatti sottolineato che per quanto la decadenza possa esser esecutiva da subito si tratta pur sempre di un pronunciamento temporaneo soggetto a ricorso. In attesa di una sentenza definitiva che arriverà solo alla fine di gennaio dunque Coppola è stata confermata al suo posto alle Attività produttive.
«Siamo di fronte a una sanzione amministrativa contro la quale si può ricorrere a un altro grado di giudizio, Isi Coppola non ha commesso alcun reato e non c’è alcuna interdizione dai pubblici uffici. È riconfermata assessore e la invito a continuare a lavorare», ha spiegato Zaia incassando l’applauso delle associazioni di categoria preoccupate per l’esito di una serie di progetti realizzati in collaborazione con la Regione e che arrivano a scadenza in queste settimane. «Come organizzazioni imprenditoriali – affermano in una nota Confindustria, Confartigianato e Confcommercio del Veneto – apprezziamo e approviamo la scelta del presidente della Regione di riconfermare sino a fine legislatura l’assessore».
Di tutt’altro tono le dichiarazioni dei consiglieri regionali che invece hanno votato la decadenza a palazzo Ferro Fini. Se la maggior parte dei consiglieri di maggioranza hanno invitato alla prudenza («E se Coppola vincerà il ricorso come ci comporteremo? La reintegreremo?», ha detto Piergiorgio Cortelazzo a cui hanno fatto eco l’assessore Elena Donazzan: «In questa vicenda non ci sono certezze» e Federico Caner: «Non siamo in presenza di un iter giudiziario ben definito»), la minoranza (escluso Pettenò che è uscito dall’Aula ma incluso Padrin che è rimasto) ha votato compatta insieme a tutto il gruppo del Nuovo Centro Destra (prove di futuro governo regionale?) per la decadenza di Coppola e per la surroga di Marangon con 27 voti favorevoli, un astenuto e un contrario.
La lettera inviata ieri dai consulenti dell’assessore dunque non ha funzionato e Renzo Marangon, entrato in Aula, si è lasciato alle spalle la casacca dell’Udc (a cui era passato dopo la delusione per la mancata entrata in consiglio regionale) e ha aderito al gruppo di Forza Italia. Da parte sua Coppola ha annunciato il ricorso. «Questa è una storia che sto subendo dal primo giorno dopo le elezioni e, dopo cinque anni, voglio vedere cancellate tutte le ombre messe sul mio comportamento». Sotto accusa le valutazioni del consulente tecnico Marco Voltan che ha calcolato lo sforamento del tetto di spese di Coppola per la campagna elettorale del 2010. A sentire l’assessore Voltan avrebbe inserito nei conti «tutto quello che poteva con una certa fantasia». Coppola infatti continua a sostenere di aver speso 39 mila 579 euro e 17 centesimi e non circa 300 mila euro come è stato contestato dal consulente o 110 mila come è stato contestato dalla Corte d’appello.
Il Corriere del Veneto – 17 dicembre 2014