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Corruzione, anonimato garantito al dipendente-spia, ma senza «premi»

Il ministro Patroni Griffi: «Più prevenzione che repressione». Per chi segnala illeciti ci sarà solo garanzia totale di anonimato. l condannati (anche non definitivi) via da commissioni per concorsi

In arrivo tempi più duri peri potenziali corrotti nella Pubblica amministrazione. Per tutti i dipendenti pubblici ecco un “codice etico” di comportamento: e per chi non lo rispetta scatteranno sanzioni fino al licenziamento, nei casi di violazioni più gravi. È la “punta” del pacchetto di emendamenti definito ieri (e presentato in aula alla Camera) dal governo sul ddl anti-corruzione, che da quasi un anno attende il via libera di Montecitorio. Diverse le novità: lo statale che segnalerà un illecito nel pubblico non avrà diritto a una taglia (l’ipotesi era circolata), ma avrà maggiori garanzie di anonimato; i condannati, anche in via non definitiva, non potranno far parte di commissioni peri concorsi; il governo chiede poi varie deleghe, fra le quali una per rinforzare il regime di incompatibilità fra politica e PA (esempio-tipo: l’ex consigliere regionale non potrà più essere nominato amministratore di una Asl); e tutte le amministrazioni avranno l’obbligo di pubblicare, sui propri siti, bilanci e consuntivi, ma anche “i costi unitari di realizza zio-ne delle opere pubbliche e di produzione dei servizi erogati”. A depositare gli emendamenti governativi è stato il ministro competente, Filippo Patroni Griffi, soddisfatto per il passo avanti: «Sono tutte misure incentrate sulla prevenzione della corruzione – afferma il ministro – che, come anche l’Ocse sottolinea, è più importante della repressione. Puntiamo a mettere su dei modelli organizzativi capaci di prevenire il rischio perché, assieme alla capillare diffusione dell’etica fra il personale, quel che conta è che questi principi – oltre a essere enunciati – siano calati poi nella realtà delle singole amministrazioni». È per questa ragione che, accanto al Piano nazionale-quadro (con un ruolo-chiave affidato alla Civit), la modifica all’art. l del disegno di le _ e dispone che dovrà essere poi ciascuna amministrazione dello Stato a presentare, con un suo responsabile, un proprio “Piano di prevenzione della corruzione”, per il quale si potrà avvalere del supporto tecnico della Prefettura. E ogni singolo piano dovrà meglio definire quelli che restano i cardini del ddl: l’obbligo di rotazione degli incarichi dirigenziali nelle aree più sottoposte al “rischio-corruzione”, il monitoraggio dei tempi con cui le pratiche vanno avanti (a volte il “rallentamento” è una spia di un comportamento illecito), la facoltà per i cittadini di accedere alle varie fasi di un procedimento. Le novità principali riguardano il Codice etico per i dipendenti (uno dovrà essere adottato anche per l’Avvocatura dello Stato e per ciascuna magistratura, ma in questo caso dovranno essere le associazioni di categoria ad “autoregolarsi”), e il trattamento per chi segnala illeciti amministrativi. Nel testo si specifica ora che la violazione dei doveri contenuti nel codice “è fonte di responsabilità disciplinare”, passibile quindi di un eventuale licenziamento. Inoltre chi reca danni patrimoniali alla PA., violando delle regole, pagherà di tasca sua, mentre un emendamento del Pdl (a fuma Sisto) “infierisce” sul dipendente che, nel segnalare un reato, dovesse dire il falso: anche lui potrebbe (oltre alla condanna per calunnia) essere obbligato a risarcire il danno. Quanto alla “taglia”, il governo fa chiarezza: non ci sarà. Le delazioni saranno incentivate rafforzando il carattere anonimo delle denunce: se il dipendente sarà in grado di fornire una prova inconfutabile (tipo un filmato su un collega assenteista), potrà avere la garanzia totale che il «suo nome non sarà mai divulgato», precisa Patroni Griffi. Tra le proposte del ministro si prevede che il condannato, anche con sentenza non passata in giudicato, non possa più stare in commissioni per la selezione di posti pubblici. Né potrà più essere assegnato a uffici che gestiscono fondi o a commissioni per affidare lavori, forniture e servizi.

 Avvenire – 30 maggio 2012

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