Corruzione, Galan verso l’arresto. Per la giunta l’inchiesta è fondata Il relatore Rabino: «Lo ascoltiamo e a breve la decisione»
Forse si è trattato di un tentativo finale di captatio benevolentiae nei confronti della procura lagunare, forse è stato un semplice gesto di rispetto verso il lavoro di un’istituzione cardine dello Stato come la magistratura o forse lo sforzo di comprensione di un politico di lungo corso che ne ha viste tante nella sua carriera. Poco importa il motivo.
Presentando la sua linea difensiva ai giornalisti di mezza Italia, Giancarlo Galan ha fatto un’affermazione che potrebbe costargli ciò che ha di più caro: la libertà personale. Il ruggito del leone che lunedì mattina è rimbombato nelle sale di Montecitorio si è concluso con un riconoscimento formale della fondatezza dell’indagine sul mare di corruzione che ha sommerso le dighe del Mose e travolto i vertici della politica veneta. Alla domanda diretta dei cronisti, l’ex governatore ha ammesso di «non sentirsi perseguitato dai giudici». «Penso che al loro posto avrei pensato male anche io, non avrebbero potuto fare altrimenti di fronte alla relazione zeppa di errori della finanza», ha detto l’ex governatore.
«Questa sarà la prima domanda che farò a Galan perché noi ci baseremo proprio sulle carte della magistratura – interviene Mariano Rabino, deputato di Scelta Civica incaricato del ruolo di relatore per la giunta per le autorizzazioni a procedere che oggi alle 13 ascolterà la difesa del parlamentare di Forza Italia per decidere l’eventuale arresto -. Lui stesso ammette implicitamente che l’inchiesta è fondata e che qualcuno avrebbe commesso reati. Poco importa che lui dica che non ha colpe, non è su questo che deve valutare la giunta». Il fatto che Galan abbia lasciato intendere che la sua ex segretaria Claudia Minutillo avrebbe sottratto dei fondi, dà credito alla buona fede dei magistrati che non stanno procedendo con intenti persecutori, ma sulla base di indizi e prove. «I magistrati non si sono limitati a chiedere l’arresto del solo Galan – continua Rabino -. La procura veneziana ha deciso di procedere in un contesto che ha visto limitare la libertà personale di esponenti di diverse forze politiche di maggioranza e opposizione, di alti ufficiali militari, di esponenti delle forze dell’ordine, di funzionari regionali e di servitori dello Stato. Alla luce della corposa documentazione fornita dai giudici non si può dire che le indagini si siano concentrate soltanto su Galan».
I ventuno deputati che compongono la giunta per l’autorizzazione a procedere non hanno il compito di entrare nel merito delle indagini e non hanno nemmeno il potere di valutare l’eventuale colpevolezza o innocenza del collega per cui è stata chiesta la misura cautelare. Anche se l’ultima presunta mazzetta di Galan risalirebbe al lontano 2011, anche se è improbabile che al momento l’ex doge del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati continui a pagare all’ex governatore un milione di euro all’anno dalla sua residenza di Los Angeles (dove è in attesa di affrontare il processo) e anche se la possibile fuga di un personaggio noto come Galan (che è pure un omone) non è molto plausibile, la giunta non deve tenere conto di tutto questo. «Noi ci dobbiamo basare sulle carte e il gip parla di pericolosità sociale e di una certa attitudine da parte di Galan nel commettere reati», ricorda Rabino. Se il contesto delle indagini si dovesse confermare durante le fasi processuali, è evidente che il ruolo di un politico di spicco che è rimasto al vertice della Regione per oltre quindici anni non può essere considerato marginale. Poco importa dunque che l’arresto preventivo sia previsto soltanto per una possibile reiterazione del reato, per il pericolo di fuga imminente o per il rischio di inquinamento delle prove, per un ex governatore che avrebbe commesso reati continuativamente per diversi anni è considerata necessaria una limitazione della libertà personale. La convinzione dei magistrati (che hanno tenuto secretati ancora alcuni verbali degli interrogatori) sembra dunque essersi parzialmente trasferita anche ai membri della giunta a procedere che, visto il clima politico di questi ultimi anni e vista la decisione presa nei confronti dei parlamentari Alfonso Papa (Pdl) e Francantonio Genovese (Pd) difficilmente negherà ai magistrati l’arresto di Galan. Tanto più che la mancanza di Galan in aula non comprometterà gli equilibri parlamentari (uno dei casi per cui si nega l’autorizzazione è se l’eventuale arresto di un membro della Camera o del Senato determina un nuovo rapporto tra maggioranza e minoranza). «L’idea che mi sto facendo è sempre più compiuta – conclude Rabino -, ma prima di prendere una decisione voglio ascoltare la versione e la difesa di Galan. Poi, la valutazione finale sarà comunicata ai colleghi deputati già la settimana prossima»
Alessio Antonini – Corriere del Veneto – 25 giugno 2014