Mentre cresce la discussione sulle scuole di specializzazione medica, sia per gli esami di ammissione che sulla nuova normativa Ddl ex articolo 22 del Patto per la salute, si è in attesa che il ministero dell’Università definisca esattamente le date degli esami di ammissione per i corsi di laurea a ciclo unico, dopo l’annuncio che sarebbero comunque previste per la prima settimana di settembre. Intanto il ministero della Salute e le Regioni hanno concluso la rilevazione dei fabbisogni formativi per i corsi di laurea a ciclo unico di Medicina e chirurgia, di Odontoiatria e di Veterinaria. Seguirà quindi la relativa ratifica da parte della Conferenza Stato-Regioni per la determinazione finale. I dati verranno rapportati al potenziale formativo delle Università che è tuttora in fase di definizione per essere concluso dal Miur a fine marzo. La richiesta delle Regioni è in generale minore rispetto allo scorso anno.
Sarebbe lievemente ridotta per Medicina e chirurgia, da 10.693 a 10.222 con 471 posti in meno (-4,4%), con equivalente turnover del 2,9% rispetto ai circa 355mila medici iscritti all’Ordine, mentre è ancora più ridotta per Odontoiatria che passa da 844 a 700 con 144 in meno (-17%), con equivalente turnover ali’1,2% sui circa 60mila iscritti all’Ordine e soprattutto per Veterinaria da 657 a 472, con 185 in meno (-28%) ed equivalente 1,5% di turnover sui circa 31 mila iscritti all’Ordine Fnovi.
Sul totale dei tre corsi di laurea, a determinare queste riduzioni sono in particolare le Regioni: Veneto da 910 del 2014-15 al 750 del 2015-16 (-18%), Lazio (-10%) da 1.590 a 1.435, Campania (-27%) da 1.600 a 1.170, Sicilia (-50%) da 1.130 a 570 e Sardegna (-13%) da 418 a 365. Tuttavia, queste riduzioni vengono però bilanciate dagli aumenti di Lombardia (+16%) e Puglia (+53%).
Medicina e chirurgia. Rispetto all’aumento della Lombardia da 1.350 a 1.600, pari al 15,7% nazionale e in coerenza con il tasso percentuale della popolazione che è del 16,7%, si bilancia la riduzione del Veneto da 850 a 700 (-18%), del Lazio da 1.500 a 1.350 (-10%), della Campania da 1.250 a 1.030 (-18%) e soprattutto della Sicilia che dimezza da 1.000 a 500 (-50%), in netto contrasto sulla offerta formativa universitaria di 932 dello scorso anno. Tuttavia, tutte queste variazioni non hanno ripercussioni sui circa 10mila posti messi a bando lo scorso anno dalle Università, essendo invariato su 10.222 il fabbisogno delle Regioni. Un fabbisogno che sarebbe comunque alto se si considera che già lo scorso anno sia l’Anaoo che la Federazione dei Medici Fnomceo avevano dato indicazioni per un massimo di 7.750 all’anno per il prossimo triennio. Allora, tutto questo senza considerare che successivamente le immatricolazioni a Medicina sono aumentate di quasi il doppio a causa dei numerosi ricorsi al Tar che sono stati vinti da circa 9mila studenti, di cui 7.500 sull’a.a. 2014-15 e altri 1.500 del precedente a.a. 2013-14.
Odontoiatria. Sarebbero invece attese sostanziali modifiche, per riduzione, sui posti per Odontoiatria rispetto ai 949 posti a bando lo scorso AA 2014-15, per effetto della significativa riduzione del fabbisogno da parte delle Regioni, da 844 a 700, pari al -17 per cento. A incidere maggiormente è la Regione Campania che riduce da 150 a 80, quasi la metà, con tasso dell’ 11,4% sul nazionale e in stretta coerenza con il tasso della popolazione del 9,8 per cento. Su questa linea di riduzione sarebbe orientata anche la Cao, Commissione Albi Odontoiatri, che da qualche anno evidenzia il sempre più crescente fenomeno di italiani che conseguono il titolo all’estero, specie in Spagna e in Romania.
Veterinaria. Ma la riduzione più importante e attesa sarebbe quella su Veterinaria rispetto a cui oltre alla Federazione Fnovi che indica un fabbisogno di 486, le Regioni hanno ridotto da 657 dello scorso anno a 472, ben 185 in meno, pari al -28%. La novità è che c’è perfetta parità fra Regioni e Categoria su circa 480. Questo inciderà sicuramente sui 774 posti messi a bando lo scorso anno, con un conseguente taglio, anche fino a circa 300 posti, pari al -39%. A determinare questo repentino taglio è stata soprattutto la Campania che, per coerenza con il tasso di popolazione (9,8%), ha ridotto da 200 a 60, pari al -70%, scendendo dal tasso del 30% dello scorso anno al 12,7% che è di poco superiore al citato 9,8% della popolazione. Per quanto riguarda l’offerta formativa delle Università dello scorso a.a. 2014-15 e gli attuali fabbisogni espressi dalle rispettive Regioni si rilevano significative discrepanze. A partire dai 108 posti a bando in Piemonte contro i 10 stimati dalla Regione, i 139 a bando in Emilia Romagna anche se la Regione ne chiede appena 15. La maggiore coerenza su 84 posti a bando e 80 chiesti dalla Regione si rileva in Lombardia, anche per la parità sul tasso della popolazione, del 16,7 per cento.
Angelo Mastrillo – Il Sole 24 Ore sanità – 10 marzo 2015