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Corte conti. Stabilizzazioni illegittime: manager Asl condannati versare 6milioni

Intollerabile la deroga al concorso in caso di conti in rosso e piani di rientro. L’ex management aziendale dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza deve risarcire l’Erario di 6 milioni di euro per il danno provocato da 458 stabilizzazioni illegittime tra il 2008 e il 2010.

Lo ha deciso la Corte dei conti, sezione giurisdizionale della Calabria, con la lunghissima sentenza n. 293/2012 del 22 ottobre.

Assolti, invece, il responsabile del procedimento e i componenti della commissione d’esame e di valutazione degli stabilizzandi. I fatti. Ad agosto 2009 la Regione Calabria ha trasmesso denuncia di presunto danno erariale per la trasformazione di 76 rapporti di co.co.co. in rapporti a tempo indeterminato. Ne sono seguite indagini della Guardia di finanza, depositate a gennaio 2011, dalle quali è emerso – secondo il procuratore regionale della Corte dei conti – che con una serie di atti deliberativi dell’allora direttore generale dell’Asp si sia proceduto ad assunzioni non solo di co.co. co., ma anche di lavoratori a tempo determinato (in tutto 458 precari) in carenza di ogni presupposto legislativo e amministrativo, abusando della normativa statale sulle stabilizzazioni (la Finanziaria 2007) e derogando in maniera ingiustificata alla regola del pubblico concorso. Per il procuratore il danno all’Erario ammontava a 23,9 milioni di euro. Il verdetto. Dopo un’ampia disamina del quadro legislativo statale e regionale di riferimento dal 1988 ai giorni nostri, il collegio della Cone dei conti (presidente Luciano Coccoli, relatore Quirino Lorelli) ha chiarito come l’Asp di Cosenza abbia avviato la stabilizzazione in violazione di ogni regola. «Fingendo di disconoscere» sia che la possibilità di stabilizzare i precari era stata esclusa dalla stessa Finanziaria 2007 per le aziende in rosso sia che a novembre 2007 la Regione aveva chiesto al Governo di attivare la procedura per sottoscrivere il piano di rientro, attestando così le condizioni di disavanzo delle Asp e rendendo operativo il blocco totale delle assunzioni previsto dalla legge regionale 12/2005. Un mese dopo veniva nominato il commissario ad acta. Non solo. Se due leggi regionali nel 2009 e nel 2010 avevano tentato di legittimare le stabilizzazioni, la Corte costituzione con la sentenza n. 123/2011 ha provveduto a bocciarle ricordando l’obbligo del concorso pubblico. Netta la conclusione della Corte dei conti: quelle stabilizzazioni sono «nulle di diritto» perché operate «in violazione di disposizioni imperative e, addirittura, di norme statali che costituiscono principi di coordinamento della finanza pubblica». Responsabile del danno erariale che ne è derivato – ridotto a 6.240.224,94 euro – è unicamente il management aziendale che ha agito, con la complicità presunta della Giunta dell’epoca, «disconoscendo» norme fondamentali in materia di gestione degli enti Ssn e violando l’obbligo di copertura finanziaria preventiva e di riduzione annuale della spesa per il personale sanitario. La metà della somma dovrà essere pagata dal Dg, l’altra metà in parti uguali dal direttore sanitario e da quello amministrativo.

Manuela Perrone – Sole 24 Ore Sanità – 6 novembre 2012

 

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