Secondo i magistrati contabili il bilancio dell’Istituto di previdenza non è strutturalmente solido e non beneficia delle risorse dedicate dalla Legge di Stabilità. Le prestazioni “assistenziali” crescono, mentre calano gli assegni pensionistici con la Fornero
I trasferimenti statali non sono sufficienti ad assicurare l’equilibrio contabile del bilancio dell’Inps. Lo hanno detto i magistrati della sezione della Corte dei Conti deputata al controllo degli enti previdenziali, che sono stati ascoltati oggi dalla Commissione parlamentare sugli enti gestori. “Le risorse stanziate dalla Legge di Stabilità – hanno spiegato i magistrati – non appaiono in grado di incidere sul deficit strutturale, sia della gestione pubblica che privata”.
Lo squilibrio del bilancio, secondo i dati della gestione 2013, sono determinati in particolare dai conti in rosso della cassa dei dipendenti statali e degli Enti locali. Per la Corte dei Conti è essenziale un’armonizzazione delle aliquote nel settore privato e lo sviluppo della previdenza complementare, “secondo pilastro indispensabile per la tenuta generale del sistema” ma che accusa una carente partecipazione dei giovani, cioè proprio della categoria che richiederebbe un maggior sostegno previdenziale vista la carenza di contribuzione sulla gestione principale. Solo il 25% inoltre dei dipendenti ha aderito a questa gestione.
Sugli squilibri di bilancio dell’Istituto di previdenza sono stati messi in evidenza da un’inchiesta di Repubblica.it, che ha rivelato come il bilancio di previsione per il 2014 metta in luce un’erosione del patrimonio fino a un passivo di 4,5 miliardi. Con la Legge di Stabilità
del governo Letta, però, sono state cancellate alcune passività patrimoniali accumulate dall’ex-Inpdap (oggi confluito nella grande Inps) nei confronti dello Stato per un totale di 25,1 miliardi di euro. Oggi la Corte dei Conti torna a precisare che proprio i conti in rosso della cassa dei dipendenti statali pesa ancora come un macigno sull’Istituto.
Quanto all’erogazione degli assegni, i magistrati contabili segnalano che cala dell’1% il numero delle pensioni, mentre aumentano del 2% le attività assistenziali a totale carico della fiscalità generale assicurati dall’Inps, sebbene si registri una ripresa positiva del flusso contributivo, pari a 2,4 miliardi. Pesano dunque in questo caso tutti gli interventi, come l’invalidità o l’integrazione al minimo delle pensioni, che rientrano nelle funzioni dell “stato sociale” dell’Istituto. Il calo delle pensioni fa invece pensare ai primi influssi della riforma Fornero. Le prestazioni erogate complessivamente dall’Inps nel corso del 2013 sono stati pari a 295 miliardi di euro, di cui 261 per pensioni e 34 per prestazioni temporanee. Il contenzioso generato dall’attività dell’Inps rimane ancora elevato ed è pari ad un quinto delle cause in materia civile a livello nazionale.
Repubblica – 27 febbraio 2014