Se la crisi peggiora l’Italia potrebbe essere costretta a una nuova manovra correttiva. A sostenerlo è il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, intervenuto al 74° Breakfast&Finance del Canova Club di Roma, il primo della stagione 2012-2013, coordinato da Vincenzo Marzetti e Cesare Imbriani.
“Non è questa la sede per discutere la razionalità di un sistema che impone in situazione di grave o gravissima recessione interventi correttivi che non possono che aggravarla, anche se non si può che vedere con preoccupazione il presentarsi, eventuale ma non troppo irrealistico, di questo caso qualora la recessione attuale dovesse peggiorare”, ha affermato il presidente della Corte dei conti.
Interpellato da MF Dow Jones sull’eventualità di nuove misure correttive in primavera, dopo che in tale senso si è espressa di recente la Banca d’Italia, il presidente Giampaolino si è limitato a dire: “Nell’audizione in Parlamento l’abbiamo esclusa, ora bisogna vedere i nuovi dati sul Pil”.
Prudenza, quindi, da parte del presidente della Corte dei conti che, prima di esprimersi, preferisce con ogni evidenza attendere i dati della Trimestrale di cassa di marzo. Per ora l’eventualità di una manovra correttiva è stata espressamente adombrata da Bankitalia, nella persona del vicedirettore Salvatore Rossi in occasione delle audizioni in Parlamento su Def e Legge di Stabilità, in modo da “assicurare il pareggio in termini strutturali anche dopo il 2013”. Eventualità subito smentita dal titolare del Tesoro, Vittorio Grilli.
In concomitanza con la Trimestrale di cassa, il ministro dell’Economia e delle finanze presenterà al Parlamento anche la Relazione generale sulla situazione economica del Paese. Solo allora si avrà un quadro piu’ chiaro. Al momento l’Istat, nelle ultime “Prospettive per l’Economia italiana nel 2012-2013”, ha fotografato una situazione del Pil in leggero peggioramento sul 2013, a -0,5% (-0,2% era la stima del Tesoro nel Documento di Economia e finanza), e stazionaria sul 2012 (-2,3% contro il -2,4% del Governo).
Il presidente della Corte dei conti, nell’ottica del recente inserimento del principio del pareggio di bilancio in Costituzione, ha giudicato poi “opportuna” sia la valutazione tecnica del bilancio da parte di un Organo indipendente sia “l’obbligo” per la Corte stessa di riferire al Parlamento e non solo alle commissioni in sede di audizione. Ciò anche in considerazione del fatto che il pareggio di bilancio resta una “mera assunzione di responsabilità politica da parte del governo”.
ItaliaOggi – 14 novembre 2012