Il ministro si ferma a parlare con chi le gridava «Vergogna» e replica: «Non mi vergogno affatto»
«Non avevo previsto questa situazione così difficile anche psicologicamente quando Mario Monti mi chiamò per fare il ministro del Lavoro nel suo governo. Non avevo previsto questa cattiveria». Lo ha detto il ministro Elsa Fornero al Cortona Mix Festival sottolineando come a chi le dice che «queste sono le regole», lei risponde «ma perchè non possiamo cambiarle». «E poi mi chiedo se tutte queste critiche non derivino anche dal fatto di essere un ministro donna».
E ancora dice: «Non possiamo essere condannati al declino: noi possiamo contrastare il nostro declino». Il governo tecnico, secondo Fornero, «può instradare l’Italia in sentieri più virtuosi rispetto a quelli degli ultimi decenni – ha concluso – guardando al di la delle elezioni». Sull’Ilva: «Non possiamo cancellarla come se fosse niente perchè forse continua ad inquinare ambiente ed acqua. Dobbiamo avere risposte scientifiche». Però precisa anche che «la magistratura deve fare il suo corso». Il governo deve tenere l’equilibrio «tra l’esigenze delle persone, dei lavoratori, e la necessità di preservare l’ambiente – ha proseguito – ma non possiamo non ricordarci che l’Ilva e Taranto erano il sogno del Mezzogiorno, dell’industrializzazione che non era più solo al nord ma anche al sud».
Stava entrando in macchina protetta dalla scorta, quando si è fermata davanti a chi le gridava «vergogna, vergogna». Il ministro del Lavoro Elsa Fornero è così tornata sui suoi passi e, per una ventina di minuti, ha replicato parola per parola a chi la contestava all’uscita dal Cortona Mix Festival. «Vengo a cena a casa sua e parliamo, io, lei e i suoi due bambini – ha detto a un contestatore – e sono convinta di riuscire a farle capire un po’ delle nostre ragioni». Il ministro Fornero ha deciso di replicare così a quanti accusavano lei e il governo di Mario Monti di essersi solo preoccupati di salvare le banche e la finanza: «Non ci siamo preoccupati di salvare le banche» ha detto parlando con un artigiano e un operaio tra i più accaniti contestatori. «Se lei ha bisogno di una valvola di sfogo, io sono qui, la riforma del mercato del lavoro le assicuro che ha delle buone cose. Io – ha proseguito – posso anche aver sbagliato molte cose… ma la riforma ha buone cose». Poi, tornando ad «autoinvitarsi» a casa dell’operaio, ha aggiunto: «Non si tratta di trovare un compromesso tra me e lei ma un’intesa tra persone civili». Intanto, poco lontano, alcuni contestatori continuavano a gridare «vergogna». Il ministro si è girata e ha risposto: «Io non mi vergogno affatto».
Corriere.it – 3 agosto 2012