Sono molti i nodi venuti al pettine nel passaggio in commissione alla Camera del Dl Regioni destinato soprattutto a rivoluzionare i costi della politica locale e i controlli sulle spese delle Autonomie.
Tra le novità del provvedimento uscito venerdì dall’esame delle commissioni, poteri più stringenti per la Corte dei conti, che potrà inibire la spesa fuori controllo delle Regioni, ma anche nuovi controlli contabili per le partecipate locali non quotate. Lunedì l’approdo in Aula del provvedimento, su cui il Governo ha subito tre battute d’arresto nel voto sugli emendamenti. Vediamo le novità.
Controlli stringenti sulle spese regionali senza copertura
Tra gli aspetti più interessanti dell’emendamento dei relatori Chiara Moroni (Fli) e Pierangelo Ferrari (Pd) che ha integralmente sostituito l’articolo 1 iniziale del Dl sui costi della politica regionale, la possibilità per la Corte dei conti, cui sono affidati controlli più stringenti sui bilanci regionali, di stoppare le spese fuori controllo delle Autonomie. In caso siano accertati squilibri finanziari, mancata copertura o violazione di norme sulla regolarità della gestione finanziaria, la magistratura contabile potrà intimare l’adozione entro 60 giorni di provvedimenti ad hoc per «ripristinare gli equilibri di bilancio». In caso di inerzia della regione, è «preclusa l’attuazione dei programmi di spesa» per i quali è stata accertata la mancata copertura.
Verifiche dei magistrati contabili ma solo sull’andamento dei bilanci
Sempre con riferimento all’articolo 1, passo indietro invece sulla portata complessiva dei controlli della magistratura contabile sulla gestione finanziaria degli enti. L’emendamento dei relatori stoppa infatti i conntrolli preventivi di legittimità sugli «atti normativi con rilevanza esterna» e «riflessi finanziari» emanati dal governo regionale: la Corte dei Conti controllerà non i singoli atti ma l’andamento dei bilanci. Previsto anche che tutti i sindaci, presidenti di Province e Giunte regionali presentino una relazione di inizio mandato (per rendere pubblica la situazione finanziaria e patrimoniale dell’ente) e di fine mandato. Anche i Gruppi consiliari saranno tenuti presentare un rendiconto annuale della gestione finanziaria del gruppo (anche questo sottoposto al controllo della Corte dei conti) «per assicurare la regolare tenuta della contabilità». Ai fini della trasparenza, tutte le relazioni previste dal provvedimento dovranno essere pubblicate sui siti web istituzionali degli enti interessati.
Riduzione dei costi della politica nelle Regioni
Un altro emendamento dei relatori, concordato con la maggioranza, modifica il meccanismo delle sanzioni per gli Enti locali in caso di mancato taglio ai costi della politica (in particolare, ai fondi ai gruppi consiliari, al numero dei consiglieri, ai vitalizi, alle indennità ecc.). Se i tagli non scatteranno, è previsto il taglio del 50% (a partire dal 1° gennaio 2013) delle indennità dei Consiglieri e degli assessori inadempienti. Il decreto demanda alla Conferenza Stato-Regioni – che peraltro ha già deciso, nell’ultima riunione – la fissazione di nuovi costi della politica standard per l’indennità di funzione e di carica dei consiglieri regionali (6.200 euro netti; il parametro scelto è quello della regione più “virtuosa” su questo fronte, l’Emilia Romagna). I governatori prenderanno invece una indennità di 7.400 euro (parametro dell’Umbria).
Il Sole 24 Ore – 4 novembre 2012