Il Corriere del Veneto. Professor Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene generale e applicata e ricercatore all’Università Statale di Milano, lei è in prima linea da due anni. Siamo alla quinta ondata della pandemia da Covid-19?
«No, non parlerei di quinta ondata. Siamo in presenza di una nuova crescita dei contagi dovuta a Omicron 2, variante molto contagiosa e che, a differenza del virus iniziale, sta coinvolgendo molto i bambini. Soprattutto i più piccoli, sotto i 5 anni, non vaccinabili, ma anche la fascia successiva, fino ai 14, immunizzata solo per il 30 per cento. Contribuiscono anche un certo lassismo generale nell’osservanza delle misure di contenimento della pandemia, dovuto probabilmente a una sensazione di liberi tutti indotta dalla fine dello stato di emergenza, e gli attuali sbalzi termici, che agevolano tutti i virus. Se si passa dai 2 gradi della prima mattina ai 21 del pomeriggio è una situazione di rischio».
Cosa ci dobbiamo aspettare, rischiamo di ricominciare tutto da capo? Omicron 2 ha un R0 di 12/15, cioè ogni contagiato può infettare fino ad altre 15 persone.
«No, è vero che Omicron 2 è molto diffusiva ma risulta anche meno cattiva, soprattutto nei confronti dei vaccinati. L’infezione però non si è ancora raffreddorizzata. Non si comporta cioè come un normale raffreddore».
Meglio allora continuare a portare la mascherina, a rispettare distanza sociale e igiene delle mani?
«Sì, è necessario allentare gradualmente le misure di protezione. E’ come quando al mattino ci facciamo la doccia: non è che apriamo subito l’acqua calda al massimo, cerchiamo di regolarla. E lo stesso va fatto con i comportamenti nei confronti del Sars-Cov2. L’emergenza doveva finire, non possiamo passare la vita rinchiusi, però siamo chiamati ad attrezzarci per continuare a difenderci da un virus che resterà con noi e avrà un andamento ondulatorio. Adesso Omicron 2 sta contagiando appunto molte persone e quindi da fine primavera fino al termine dell’estate potremo contare su un importante numero di guariti e di vaccinati che alzerà il livello di immunità generale, consentendoci di stare tranquilli fino all’autunno».
Ci sono anche molti casi di reinfezione?
«Il 5% dei nuovi contagi sono riferiti a soggetti colpiti dal Sars-Cov2 per la seconda volta. Il vaccino però continua a garantire un’alta protezione nei confronti della malattia grave e quindi del ricovero e del decesso».
Cosa succederà in autunno?
«Con il ritorno del freddo il Covid-19 strapperà il posto di protagonista all’influenza. Dopo un’estate più tranquilla assisteremo a un rialzo dei contagi, tra i 5mila e i 100mila al giorno in Italia, a seconda dei periodi».
Adesso si parla anche di variante Camerun.
«Ci sono tante varianti del Sars-Cov2, ne abbiamo individuate più di mille, ma non tutte impattano in maniera rilevante sulla curva del contagio. Questo è tuttavia un virus instabile».
Ha ragione l’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha bacchettato l’Europa rimproverandole di aver allentato troppo presto e in maniera «troppo brutale, di colpo» le restrizioni, puntando il dito contro Italia, Regno Unito, Francia e Germania?
«E’ giusto riaprirci alla vita, ma con buonsenso. Ripeto, bisogna allentare le misure in maniera graduale, stando molto attenti a proteggerci nelle situazioni di rischio, come gli assembramenti».
Il ministero della Salute sta valutando l’estensione della quarta dose di vaccino anti-Covid dai fragili agli over 65. Lei cosa ne pensa?
«Ritengo che debba essere somministrata soltanto ai fragili, come gli immununocompromessi. E comunque si arriverà al richiamo annuale per tutti, come per l’influenza».