Peste suina, tutto tace sul fronte istituzionale mentre cresce la rabbia degli operatori. «Più ci penso e più questa vicenda mi appare una punizione per la nostra isola – dice Luca Saba, direttore della Coldiretti Sardegna – la politica e il presidente Cappellacci devono prendere un impegno preciso con tutti i sardi. Noi non rimarremo a guardare. Siamo pronti a occupare i porti della Sardegna».
Interrogazione di tre consiglieri regionali del Pd «C’è stata una gestione troppo superficiale da parte delle autorità» Sarà l’evolversi della situazione a determinare i tempi della protesta. Ma c’è da scommettere che, in assenza di segnali forti, vedremo le bandiere gialle di Coldiretti sventolare nei porti sardi già ai primi di dicembre. Dura la presa di posizione anche di Antonello Salis del salumificio La Genuina di Ploaghe, uno dei più apprezzati trasformatori di carne a livello nazionale. Dopo anni di dibattiti e dopo aver speso 600 milioni di euro per combattere la peste suina africana, non si può stare a guardare. «Chiediamo al governatore Cappellacci e all’assessore alla Sanità De Francisci – dice Salis – di non buttar via anni di duro lavoro senza aver preso il tempo necessario per conoscere nel dettaglio quanto di buono è stato fatto». «Oggi -prosegue Salis – sono in pericolo tutte le nostre aziende coinvolte, vero patrimonio da tutelare della nostra isola». II modello che piace a Salis non «insegue direttamente il piano di eradicazione della peste suina – dice – che in 33 anni ha cumulato una serie di insuccessi». Ma fa tesoro dell’esperienza spagnola, dove, va detto, non c’è stata l’eradicazione della malattia, ma si è arrivati al soddisfacente controllo del sistema. Un modello che consente oggi agli spagnoli di produrre 170 milioni di prosciutti contro i 30 milioni prodotti in Italia. «Mi piacerebbe sapere che cosa sarebbe successo se il blocco Ue all’export, invece della Sardegna, avesse interessato l’Emilia Romagna», osserva Luca Saba. «Dalla situazione attuale — ribadisce Antonello Salis — si esce in due modi: con la valorizzazione del suino autoctono di Razza Sarda ed estendendo la procedura della filiera HBLH, per procedura esclusiva che prevede la verifica a tappeto su tutti i capi attraverso il prelievo sierologico, che determina un referto dello Zooprofilattico che ne certifica l’assenza della peste suina africana. Vogliamo lavorare al fianco degli assessorati regionali, Sanità e Agricoltura, coinvolti in questo problema per definire un percorso condiviso». Sul problema della peste suina i consiglieri regionale del Pd Luigi Lotto, Antonio Solinas e Giuseppe Luigi Cucca hanno presentato una proposta, articolata in sei interventi, per debellare la peste suina, a cominciare da provvedimenti per sradicare il fenomeno dell’allevamento abusivo e per rilanciare il comparto della filiera del suino allevato in Sardegna. «C’è una gestione troppo superficiale della materia da parte delle autorità preposte, cui si somma purtroppo la non consapevolezza delle nostre popolazioni che il problema va risolto con grande fermezza e serietà», affermano i tre consiglieri, richiamando la Giunta regionale ad agire con urgenza.
Nuova Sardegna di venerdì 25 novembre 2011