Scatta l’emergenza Parmigiano Reggiano dopo lo scivolone delle quotazioni. Prima il ritiro di 90mila forme di produzione 2013, oggi gli incentivi alla vendita nella grande distribuzione e domani forse anche il taglio della produzione 2015.
La causa è una domanda sul mercato italiano molto debole (-3% nel 2014 che si somma al -1% dell’anno prima) e che negli ultimi sette mesi ha spinto al ribasso le quotazioni all’origine del prodotto di pianura di circa il 15%: da 9,12 euro/kg di gennaio a 7,76 euro/kg di questi giorni. Nel 2011 il prezzo medio aveva sfiorato gli 11 euro. Il Consorzio di tutela ha varato un pacchetto di misure per ridurre l’offerta e rivitalizzare i prezzi: il rafforzamento dei sostegni alle vendite nella grande distribuzione (promozioni e premi per una maggiore visibilità), l’intensificazione dei controlli sul grattugiato e la verifica dei livelli previsti dai piani di regolazione dell’offerta, che nei prossimi mesi potrebbe determinare una riduzione degli obiettivi di produzione previsti per il 2015.
«C’è un eccesso di offerta – spiega il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – determinato dalla forte produzione degli anni passati e anche dall’inserimento più recente di alcuni giovani. Si tratta ora di adeguare la produzione ai livelli di consumi attuali, falcidiati dalla crisi di mercato. Inoltre il Parmigiano Reggiano dovrà diventare da prodotto di largo consumo a prodotto aspirazionale». Peraltro il calo del mercato interno non è stato interamente compensato dall’andamento delle esportazioni che però continua a registrare aumenti sensibili: +7,4% nel primo quadrimestre 2014.
«L’obiettivo – rassicura il presidente del Consorzio – è quello di sostenere, attraverso le promozioni, i consumi e di garantire il mercato rispetto alla qualità del grattugiato, con nuovi strumenti che ci consentono di individuare la presenza di formaggi ottenuti dal latte di bovine alimentate con insilati, un prodotto proibito per la produzione del Parmigiano Reggiano». Con queste iniziative il Consorzio investirà a favore della promozione e della tutela dei redditi dei produttori 15 dei 22 milioni del bilancio del Consorzio. Il resto va nei costi di struttura.
Il Sole 24 Ore – 25 luglio 2014