Non si ferma l’emorragia di specializzandi in medicina. Secondo le elaborazioni del Consiglio universitario nazionale (Cun) dal 2001 a oggi i posti di specializzazione si sono ridotti di oltre 2mila unità. Di cui 1.700 negli ultimi 4 anni.
La conferma è giunta ieri dal presidente del Cun, Andrea Lenzi, nel corso dell’appuntamento annuale organizzato al Senato dalla Fondazione Lilly nell’ambito del progetto “La Ricerca in Italia: un’Idea per il Futuro”: «Negli ultimi 4 anni – ha dichiarato – abbiamo perso 1.700 posti destinati alle scuole di specializzazione. I posti sono circa la metà di quelli necessari. Siamo in controtendenza – ha aggiunto Lenzi – rispetto al resto dell’Europa e del mondo che richiede specializzazione e cultura per la scienza. Rischiamo di laureare ottimi professionisti ma perdere tutti i potenziali scienziati e innovatori». Più nel dettaglio, nel 2001 c’erano 7.294 immatricolati a medicina, 6.355 laureati e 5.329 specializzandi. Nel 2010 questi ultimi si erano ridotti a 5.000, a fronte di 6.709 laureati e 9.527 immatricolati. La discesa si è fatta più ripida nell’ultimo biennio. Nel 2013 i contratti per gli specializzandi sono stati 4.500 contro 10mila immatricolati e 6.700 laureati. Fino ad arrivare ai 3.300 posti del 2014 rispetto ai circa 7.000 laureati.
Passando alla Fondazione Lilly, si è svolta ieri a Palazzo madama la premiazione di Alberto Ranieri da Caterina che riceverà 210 mila euro nei prossimi tre anni, per studiare gli effetti del braccialetto salvacuore: il semplice gonfiaggio e sgonfiaggio di un bracciale della pressione a un arto, prima e dopo la riapertura della coronaria responsabile dell’infarto, potrebbe ridurre il danno finale subìto dai tessuti del cuore. Le stime sono di una potenziale riduzione media del danno da infarto pari al 20– 30 per cento. Durante l’evento, la Fondazione ha infine annunciato che il prossimo bando sarà su “Nuove strategie terapeutiche e qualità della vita nelle malattie reumatiche”.
Il Sole 24 Ore – 12 febbraio 2014