di Roberto Giovannini. «I conti si faranno alla fine e, alla fine, si vedrà che la legge di Stabilità è equilibrata», giura il premier Enrico Letta. Palazzo Chigi fa sapere che non ci sarà nessun aumento della benzina per finanziare l’abolizione della seconda rata dell’Imu, ma la giornata di ieri è stata segnata dall’intesa tra governo e maggioranza sull’emendamento che rimodula lo sconto sul cuneo fiscale.
Che verrà distribuito solo a chi guadagna fino a 35.000 euro lordi l’anno. Il che significa che in media (tenendo conto che per i redditi più alti il bonus si azzera) lo sconto fiscale sarà di 225 euro circa all’anno. Sempre in media, 18 euro e cinquanta al mese. Come dire: prima con lo sgravio mensile ci si poteva mangiare un pizza, adesso ci sono anche un supplì e una birra.
Eliminare dal lotto del «beneficati» i redditi della fascia 35-55mila euro non è che abbia prodotto grandi miracoli, dunque. Miracoli impossibili, considerando che i soldi messi sul piatto dal governo sono pochi, che i contribuenti interessati sono davvero milioni. E soprattutto, visto che come era prevedibile al Senato nessuno è riuscito a trovare risorse aggiuntive. I saldi restano più che mai invariati, recita la nota tecnica dell’emendamento approvato. La soluzione tecnica trovata delude anche le speranze di chi voleva che lo sconto fiscale venisse erogata in un colpo solo: il miniaumento verrà trovato mese dopo mese in busta paga. Per ragioni tecniche l’emendamento aumenta la «no tax area» dei lavoratori dipendenti da 8000 a 8195 euro; ovviamente la proposta di qualche giorno fa di Pd e Pdl di salire a 12.000 è finita nel cestino. Ultimo dettaglio, il vantaggio maggiore va ai redditi tra 11.000 e 22.500 euro, che avranno un bonus in proporzione più significativo.
L’accelerazione sul cuneo fiscale dimostra la volontà di governo e maggioranza di fare presto. Dalla maggioranza, di fatto, si è sfilata Forza Italia, che ieri si è astenuta in modo sistematico nel tentativo di bloccare il voto sulla decadenza di Berlusconi. Ancora non è stata sistemata la questione della service tax sulla casa, ma tutti assicurano che si farà in modo che per tutti ci sia un risparmio. Vedremo. Per gli stadi, alla fine ci sarà una norma che impedirà la costruzione di case «collegate» all’impianto.
Comunque, ieri sono stati depositati 6 emendamenti del governo (che ovviamente potrebbe intervenire in caso di ricorso al voto di fiducia) e 11 dei relatori. Moltissime sono le novità, piccole e grandi: ad esempio, i conti bancari si potranno trasferire senza spese aggiuntive, «purché le banche coinvolte aderiscano ai comuni protocolli tecnici interbancari». La rivalutazione dei beni aziendali sarà possibile anche nel 2013, rateizzando le imposte. I veicoli sequestrati da oltre due anni (anche solo con fermo amministrativo) potranno essere venduti, mentre quelli non acquistati saranno rottamati. Sarà possibile accedere alla mediazione tributaria anche per le somme dovute al fisco per i contributi previdenziali e assistenziali non pagati senza pagare sanzioni o interessi. Basteranno due bilanci in rosso perché i manager delle società «partecipate» dai comuni possano essere cacciati «per giusta causa». Arriva l’anagrafe degli assistiti, l’Ana, che sarà istituita presso il ministero del Tesoro e il cui obiettivo è rafforzare gli interventi in tema di monitoraggio della spesa. Ma nel pacchetto ci sono anche molte micromisure locali, come 9 milioni per la minoranza slovena e 5 per curare gli ulivi del Salento dalla «Xylella fastidiosa», che provoca la sindrome del disseccamento. La Stampa
Cuneo fiscale: benefici concentrati sui redditi fino a 35mila euro. Il taglio vale 225 euro l’anno
Oggi si cerca l’accordo sulla casa per l’approdo in Aula domani pomeriggio. Il governo punta alla fiducia sul testo della commissione
Arriva nel tardo pomeriggio di ieri il via libera della Commissione Bilancio del Senato alla riscrittura del taglio cuneo per i lavoratori. Proprio mentre i relatori Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (Ncd) stavano presentando ufficialmente il nuovo prelievo di solidarietà sulle pensioni d’oro e d’argento; un contributo che ora scatta sugli assegni oltre la soglia delle 14 volte il minimo e che si accompagna a un riconoscimento dell’indicizzazione piena delle pensioni fino a quattro volte il minimo Inps (1.924 euro lordi mensili).
Il via libera alla rimodulazione del cuneo fiscale è arrivato per la proposta da Rita Ghedini (Pd) che per certi versi ha sorpreso anche i diretti interessati; ed è arrivato anche il via libera alle correzioni sul taglio ai premi Inail nonchè alla creazione di un fondo per incentivare la partecipazione dei lavoratori agli utili e al capitale delle imprese. La revisione del taglio al cuneo fino a poche ore prima era sul piatto della bilancia in contrapposizione alla riscrittura della tassazione sulla casa nel confronto politico e tutto interno alla maggioranza. Almeno fino a quando Forza Italia ha deciso di astenersi dal voto, che al Senato equivale a voto contrario, almeno fino a quando, ha spiegato Anna Bonfrisco (Fi), non verranno presi in considerazione anche gli emendamenti presentati da Forza Italia sull’elevazione della “no tax area” per il lavoro autonomo, l’innalzamento dei limiti per l’uso del contante da 1.000 euro a 5.000 euro, le concessioni demaniali e l’incremento delle risorse per le scuole paritarie. Senza considerare, poi, la richiesta degli azzurri di voler vedere subito le nuove misure sulla tassazione della casa senza attendere i lavori della Commissione in programma per oggi. Senza l’emendamento sulla Trise, ha sottolineato ancora la Bonfrisco, Forza Italia è già pronta ad azioni di protesta più forti.
I lavori sulla legge di stabilità sono proseguiti per tutta la giornata di ieri, con tecnici, relatori e rappresentanti del Governo impegnati per tutta la mattinata a fare i conti delle risorse da recuperare per sostenere tutti gli interventi richiesti.
L’asticella si sarebbe fermata più vicina a 1,3 miliardi che all’1,1 miliardi, anche se la differenza la farebbe ancora la casa su cui si sta cercando l’accordo finale per reintrodurre le detrazioni sull’abitazione principale, l’esenzione per i beni agricoli ed un aumento della percentuale di deducibilità Ires e Irpef della Tasi pagata sui capannoni delle imprese (si veda il servizio qui sotto). Sciolto il nodo sulla casa, come ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, il disegno di legge potrebbe approdare, come previsto, all’esame dell’Aula di Palazzo Madama lunedì pomeriggio. E con un voto di fiducia sul testo licenziato dalla Commissione Bilancio – sempre avvenuto negli ultimi anni ha sottolineato ancora Legnini – la legge di stabilità potrebbe lasciare il palcoscenico del Senato, mercoledì prossimo, al voto sulla cadenza di Silvio Berlusconi.
Tra le novità approvate quella più rilevante, dunque, è la riscrittura della curva Irpef con l’aumento delle detrazioni fino a 35mila euro di reddito. La riduzione della platea, inizialmente fissata dal Governo a 55mila euro di reddito, come ha spiegato la senatrice Ghedini, premia con aumenti fino a 225 euro all’anno le fasce di reddito tra 15mila e 18mila euro. Un minitaglio al cuneo anche nel commercio: si prevede la riduzione dal 2,44 al 2,40% dell’aliquota sui contributi dovuti dai datori di lavoro per le indennità di malattia. C’è poi il ritocco sulle indicizzazioni delle pensioni e il contributo di solidarietà, mentre per far cassa ritorna un vecchio cavallo di battaglia, che secondo le stime potrebbe assicurare fino a 400 milioni: la possibilità di rivalutare i terreni e le quote delle società non quotate detenuti al 1? gennaio 2014. L’affrancamento dei valori e la perizia giurata dovranno essere effettuati entro il prossimo 30 giugno 2014.
Si riaffaccia, infine, la portabilità dei conti correnti a costo zero per il cliente e, sempre un emendamento dei relatori, viene istituita l’anagrafe nazionale degli assistiti. La misura punta a a rafforzare gli interventi sul monitoraggio della spesa sanitaria.
IL Sole 24 Ore – 24 novembre 2013