BARETTA Il sottosegretario: «Si lavora per escludere interventi a carico dei cittadini, ma la manovra si inquadra in uno scenario non roseo»
Il taglio al cuneo fiscale per i lavoratori sembra far rotta su una rimodulazione al rialzo delle detrazioni Irpef per i redditi mediobassi. Mentre per le imprese sembra farsi sempre più strada la deducibilità del costo del lavoro per i neoassunti. Sul fronte service tax, invece, l’orientamento porta a una nuova tassa progressiva che andrà a sostituire l’Imu sull’abitazione principale e la Tares. Una tassa interamente comunale sia in entrata che nella gestione. Mentre per le coperture la partita si gioca tutta sul nuovo ciclo di spending review, sulla revisione degli incentivi alle imprese e delle agevolazioni fiscali e su possibili nuovi tagli agli enti locali.
Le fila si tireranno nelle prossime ore, soprattutto quando si scioglierà il nodo delle risorse disponibili. Per coprire l’impatto nel 2014 della ex finanziaria serviranno 12-15 miliardi. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta ha spiegato ieri, rispondendo a chi gli chiedeva se nella “stabilità” ci sarà anche un intervento sulle accise, che il Governo «sta lavorando per escludere interventi a carico dei cittadini, ma la manovra si inquadra in uno scenario di finanza pubblica non roseo».
Tra i 4 e 5 miliardi saranno riservati al taglio del cuneo fiscale, inteso nella sua più ampia accezione, prevedendo sgravi ad hoc per i lavoratori e una riduzione del costo del lavoro a fini fiscali e contributivi per le imprese. Con un impatto progressivo “a crescere” per il prossimo triennio. Per i lavoratori si punterebbe a una rimodulazione verso l’alto delle detrazioni Irpef per i redditi complessivi medio/bassi – la forchetta oscillerebbe tra i 45mila e i 60mila euro annui in funzione delle risorse disponibili – con all’interno lavoro dipendente. Per le imprese, invece, una parte del taglio al cuneo punta alla deducibilità, entro un determinato tetto, del costo del lavoro ai fini Irap per i neoassunti. Misura sollecitata ieri anche dal presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, che invita il Governo a trasformare «l’Irap su ogni nuova assunzione in un vero e proprio investimento». Restano sul tappeto anche le deduzioni Irap così come la decontribuzione Inail e della malattia.
Alcune indicazioni sulla legge di stabilità e gli enti locali sono emerse ieri sempre nella prima seduta della Conferenza permanente sulla finanza pubblica (l’organismo previsto dalla delega sul federalismo del 2009 ma mai convocato prima, ndr). In arrivo c’è un allentamento del patto si stabilità che potrebbe essere diversificato tra Comuni e Province: calcolato sugli obiettivi complessivi per i primi e sulle singole voci di spesa (edilizia scolastica e dissesto idrogeologico) per le seconde. In vista anche una nuova ondata di tagli. Da ripartire stavolta tenendo conto (in tutto o in parte) dei fabbisogni standard. Entro dicembre infatti la commissione per l’attuazione del federalismo(Copaff) completerà il calcolo per l’ultimo gruppo di funzioni comunali e provinciali. Dopodiché, dal 2014, si potrà cominciare a usarli. «Il lavoro sui fabbisogni standard – spiega il presidente della Copaff, Luca Antonini – ha resistito al cambio di 3 governi ed è molto importante perché consente di avviare un processo di riforma strutturale, evitando così la miscela micidiale di spesa storica e tagli lineari».
Il Sole 24 Ore – 11 ottobre 2013