I chilometri entro i quali un dipendente dello Stato potrà essere liberamente trasferito? Cinquanta possono anche andare bene, purché si possa andare e tornare entro un’ora con i mezzi pubblici. E purché lo Stato si faccia carico di una detrazione di 600 euro per l’abbonamento al bus o al treno. E sempre che prima di trasferire il lavoratore ci sia un confronto con i sindacati. L’assalto alla riforma della pubblica amministrazione è partito. Il fascicolo con gli emendamenti, fresco di stampa in Commissione Affari costituzionali alla Camera, contiene ben 1.850 proposte di modifica del decreto Madia. E la maggior parte con lo scopo di rendere più graduali le norme inserite dal governo nel testo iniziale. Molte delle proposte di modifica si concentrano sui temi più delicati del provvedimento, a cominciare dalla mobilità obbligatoria dei dipendenti pubblici e all’abolizione del trattenimento in servizio.
LE PROPOSTE
Su questo secondo punto le richieste dei magistrati di rendere più graduale il pensionamento anticipato a 70 anni (contro gli attuali 75 anni) hanno fatto proseliti tra gli onorevoli. Diverse proposte prendono in considerazione il «lodo Santacroce», dal nome del primo presidente della Corte di Cassazione che ha proposto di rendere graduale l’abolizione del trattenimento in servizio. Diversi emendamenti propongono di ridurre il trattenimento da cinque a quattro anni dal prossimo anno, poi tre anni dal 2016, e così via, fino ad arrivare ad un azzeramento nel 2019. Difficile, tuttavia, che su questo punto il governo ceda. L’esecutivo, del resto, al momento ha presentato solo tre emendamenti. Uno per finanziare il pensionamento anticipato dei giornalisti, uno sulle elezioni della città metropolitana di Venezia e una proroga sui trasferimenti delle funzioni ai Comuni.
Nel fascicolo invece, è ampio il capitolo dedicato alle pensioni degli statali. C’è, per esempio, l’emendamento sulla cosiddetta «quota 96» degli insegnanti, che prevede il ritiro dal lavoro a settembre dei professori che avevano maluralo i requisiti previdenziali precedenti alla legge Fornero nel 2011-2012 e che dovrebbe mandare a casa 4 mila insegnanti. Ma c’è anche una norma che, invece, sempre per gli insegnanti, prevede una quola 97 per la pensione, 62 anni di ela e 35 di conlribuli. Sul lema sarà fondamenlale capire l’atteggiamento del ministero del Tesoro, da sempre conlrario ad aprire la slrada delle eccezioni alla Fornero. Qualche emendamento, invece, polrebbe Irovare la sponda del governo, come quelli che prevedono il potere soslilulivo di Palazzo Ghigi sui decreti allualivi delle leggi, o il divieto per i consiglieri di Slalo di divenire capi di gabinetto dei ministeri. Il primo lesi per le proposte di modifica ci sarà oggi in Commissione.
Il Messaggero – 15 luglio 2014