I nuovi manager. Rasi Caldogno, Piccoli e Roberti: nomine a sorpresa. Saltano molti big. Via Alessi, Alberti, Marcolongo
Dato per scontato l’impegno del presidente Luca Zaia a scegliere i migliori dg per capacità ed esperienza, resta inevitabile la spartizione tra partiti di quelle che sono figure di nomina politica e non tecnica. Fino all’ultimo Lega e Pdl hanno «contrattato» per dividersi le 21 poltrone a disposizione: da una parte Zaia e il segretario della Sanità Domenico Mantoan, dall’altra il segretario nazionale del Carroccio Flavio Tosi e il vicegovernatore Marino Zorzato, depositario del listino Pdl. Per avere un’idea di quanto fosse acceso il dibattito, basti pensare che i manager delle Usl di Belluno, Legnago, Rovigo e Adria sono stati decisi ieri mattina, a poche ore dall’ufficializzazione. Guarda i nomi e i curricula dei nuovi dg
Il quadro generale che ne emerge vede l’ala tosiana estendersi sulle province di Verona (dove comunque il commercialista Massimo Piccoli, designato a Legnago ed ex direttore della casa di riposo di Bussolengo, arriva dall’area di Giancarlo Conta, ex assessore regionale targato Pdl) e Vicenza. Nel capoluogo berico ha «vinto» il decano Ermanno Angonese, ex uomo di Galan ora tosiano di ferro, come Antonio Compostella, spostato da Belluno a Bassano, mentre ad Arzignano arriva Giuseppe Cenci, mandato via dalla direzione amministrativa di Bassano dall’ex dg Valerio Alberti ma sponsorizzato dall’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti (Lega). Il quale, per intercessione di Tosi, l’aveva «salvato» facendolo nominare direttore amministrativo a Legnago, in attesa della nuova squadra. Piace a «Sua Sanità» anche Daniela Carraro, che essendo galaniana non a caso è finita all’Usl 4, terra dell’europarlamentare Pdl Lia Sartori: rientra nel tris d’assi perchè a Legnago ha fatto bene.
Il governatore ha invece piazzato le sue bandierine sulle province di Treviso (Giorgio Roberti era direttore sanitario nell’Usl 9 capoluogo, che ora dirige, Gian Antonio Dei Tos, scelto per Pieve di Soligo, era appoggiato dall’avvocato Massimo Malvestio, uno dei legali della Regione, Bortolo Simoni pur «nato» in Pdl è gradito alla Lega) e Belluno. Dg del capoluogo è Pietro Paolo Faronato, ex direttore amministrativo di Treviso, e a Feltre Zaia ha accettato Adriano Rasi Caldogno, imposto da Giancarlo Galan (di cui è stato segretario della Programmazione in Regione e dirigente ai ministeri di Agricoltura e Cultura), attraverso il capogruppo del Pdl, Dario Bond. Venezia e Padova sono state divise tra i due schieramenti in parti uguali. Nella città del Santo l’Azienda ospedaliera è andata a Claudio Dario, fedele a Zaia, mentre l’Usl 16 a Urbano Brazzale, direttore amministrativo dell’Usl 15 di Cittadella proposto da Zorzato ma anche dall’assessore leghista padovano Maurizio Conte. Confermati i galaniani Giovanni Pavesi a Este e, a Cittadella, Francesco Benazzi, compagno di classe di Zaia che però ha voluto come testimone di nozze Valter Veltroni. Nel capoluogo lagunare l’assessore Renato Chisso aveva spinto molto per Giancarlo Ruscitti, già segretario regionale della Sanità sotto Galan, però inviso a Mantoan perciò scalzato dal leghista Giuseppe Dal Ben, che resta pure commissario di Chioggia. Il Pdl è stato accontentato all’Usl 10 di San Donà, con Carlo Bramezza, voluto dall’assessore al Sociale Remo Sernagiotto, e alla 13 di Mirano, consegnata a Gino Gumirato, altro uomo di Chisso. L’unica poltrona concessa al Pd rimane ad Arturo Orsini, molto stimato anche dal Carroccio, che l’ha dirottato da Mirano a Rovigo.
Una mappa che ha sacrificato a sorpresa i big Valerio Alberti e Renzo Alessi, i quali proprio non se l’aspettavano ma sono rimasti senza «padrini». Come Adriano Marcolongo e Renato Mason («esperienza importante, che auguro a qualsiasi cittadino»), galaniani ormai senza paracadute.
Le dichiarazioni
Uscito di scena Valerio Alberti (per ironia della sorte appena nominato presidente nazionale della Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere), il decano ora è lui. Ermanno Angonese, in sella dal 1980, sopravvissuto a tutti i governatori, è passato per Bassano, Verona, Belluno, Thiene e ora si appresta ad approdare a Vicenza. «E’ una delle sedi più prestigiose — dice — sono grato al presidente per aver riconosciuto la mia professionalità, che ha vinto sulla politica».
Tra gli esperti spicca il nome di Claudio Dario: torna a Padova dopo la parentesi da direttore sanitario all’Usl 16 sotto la guida di Adriano Cestrone, che ora sostituisce in Azienda ospedaliera. «E’ una sfida stimolante, una bella opportunità, anche per la presenza dell’Università, che considero un valore aggiunto — dichiara Dario —. Punto a potenziare le sinergie con le Usl padovane, veneziane e trevigiane, a fare da collante tra ospedale e Ateneo, a prendere in mano il progetto del nuovo nosocomio, che Zaia considera una priorità». Situazione complessa e grosse responsabilità pure per Giuseppe Dal Ben, chiamato a mettere in ordine i conti dell’Usl con il maggiore passivo, la 12 Veneziana, e a occuparsi di nuovo anche di Chioggia. La sua culla è stata Treviso, è «cresciuto» facendo il direttore dei Servizi Sociali. «Venezia è una piazza di peso, anche per i milioni di turisti che possono diventare pazienti — afferma —. Per portarlo a termine con cura bisogna lavorare in squadra con i dipendenti, la Regione, i Comuni, le associazioni».
Tra le new entry il più emozionato è Pietro Paolo Faronato, altro «pezzo» dell’Usl 9 (era direttore amministrativo), passato a Belluno: «Non me l’aspettavo, sono ancora felicemente sorpreso dalla telefonata con cui Mantoan mi ha detto di correre a Palazzo Balbi. Sono bellunese e abito a Feltre, perciò torno a casa, vado in una realtà ben organizzata e strutturata. Saranno tre anni intensi». A proposito di casa rimane in famiglia Giorgio Roberti, che da direttore sanitario diventa dg di Treviso: «Per me è un’emozione molto forte, una bella sorpresa. Cercherò di ricambiare la fiducia del presidente, garantendo un buon servizio ai cittadini, nell’ottica della continuità. La mia nomina è una vittoria della squadra, del modello Treviso. Le priorità? Portare a termine il progetto della nuova cittadella sanitaria e migliorare ancora le liste d’attesa».
Significativa la scelta di un medico, Gian Antonio Dei Tos, che rileva l’Usl più virtuosa, la 7 di Pieve di Soligo, da anni in attivo sotto la gestione di Angelo Del Favero, nominato all’Asl di Torino. «Ho la fortuna di raccogliere una grande eredità — commenta Dei Tos — e di poter contare sull’appoggio di una comunità molto valida. Mi aspettano tre anni impegnativi, devo mantenere l’alto livello raggiunto, garantire l’equilibrio di bilancio e tutelare le fasce deboli».
Entusiasmo al quale fa da contraltare il dispiacere di chi deve mollare solo per limite di età (65 anni). «Sono grato alla Regione per avermi regalato questi dieci anni di grandi soddisfazioni e ai padovani per l’appoggio ricevuto — dichiara Adriano Cestrone —. E’ stata un’esperienza bellissima, spero di lasciare un buon ricordo e resto disponibile a rendermi utile in altri ruoli, se ci sarà l’opportunità». «Ogni viaggio ha la sua stazione d’arrivo, ma se tu senti di poter dare ancora molto ci resti male a doverti fermare per motivi anagrafici — gli fa eco Antonio Alessandri, in uscita da Vicenza —. Sono soddisfatto e gratificato per quanto fatto, ho avvicinato l’ospedale alla città, aumentando nel contempo la qualità professionale e tecnologica dell’assistenza».
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 30 dicembre 2012