«Ai grillini voglio dire che è finita la ricreazione. Dato che io seguo la partita delle autonomie per 24 ore ogni giorno, giuro che sarò come un nido di vespe. Perché è scandaloso quello che stanno facendo alla mia gente». Luca Zaia è furibondo. L’ennesima fumata nera per l’autonomia del Veneto (e della Lombardia e dell’Emilia-Romagna) durante il summit dell’altra sera a Palazzo Chigi per il governatore è semplicemente «intollerabile».
Eppure, i 5 Stelle sollevano una serie di questioni di merito. Infondate?
«Il dibattito ormai è diventato lunare. Per me, sta diventando anche imbarazzante. Perché ci sono delle cose che non si possono accettare. Ma io li sfido: mi possono dire qual è il loro progetto? Io li sento bocciare il nostro, che credo non leggano. Ma loro? Li sfido pubblicamente a far uscire pubblicamente la loro proposta».
Ma lei non si aspettava dei dubbi su un materia tanto delicata e complessa?
«Punto numero uno: noi abbiamo fatto un referendum, 2 milioni e 328 mila persone sono andate a votare dimostrando estraneità a ogni ideologia. Punto 2. Il nostro board, coloro che hanno preparato il nostro progetto, è di livello scientifico sommo: ha iniziato il professore Luca Antonini, oggi giudice costituzionale, Mario Bertolissi, Dario Stevanato, Andrea Giovanardi. Questo per dire della qualità del lavoro svolto. Punto tre: l’incoerenza».
«Certo. Loro hanno sostenuto i referendum per l’autonomia, ancora loro hanno sottoscritto il contratto di governo, ma sempre loro oggi fanno muro. Strano, da parte di un Movimento che dice di fare politica per dare voce ai cittadini. Ma quando poi il popolo dice quello che gli aggrada, nascono i problemi».
Lei ritiene che non ci siano contenuti effettivamente da approfondire?
«Il problema è che la discussione sta diventando stucchevole proprio perché si continuano a prendere in giro i cittadini. Io sto a quello che loro dicono, basta sfogliare un giornale: la secessione dei ricchi, l’Italia di serie A e di serie B… La migliore è che se si fanno le autonomie, allora bisogna fare qualcosa per il Sud. Come se l’autonomia fosse contro il Sud. A quanto pare, si vede che di questi provvedimenti leggono soltanto un Bignami o riassunti superficiali».
«Se dovessimo dirla in modo semplice: noi chiediamo alcune competenze, e il corrispettivo di quanto oggi lo Stato spende per svolgere quei compiti. Qualcuno mi può spiegare quale sia la minaccia alla solidarietà? Dove si compromette la sussidiarietà? Scusi se mi arrabbio, ma sembra che si parli di un progetto che non è il nostro».
I 5 Stelle sostengono che la vostra richiesta di tutte e 23 le materie che la Costituzione prevede come affidabili alle Regioni è eccessiva. Hanno torto?
«Ma chi gliel’ha detto? Il vicino di ombrellone? Lo hanno sentito in pizzeria? La Costituzione dice che le autonomie sono un abito sartoriale, fatto su misura. E noi questo abbiamo fatto: disegnare un sistema che corrisponda alle necessità del Veneto. Ma fermare le autonomie sarebbe come sancire che questo Paese ha rinunciato alla meritocrazia. E che tra virtuosi e non virtuosi non c’è differenza. Ma guardi che su questo viene giù anche la democrazia…».
«A me fa impazzire il fatto che ci sia chi pensa che una, due, tre o quattro persone possano sindacare questo sul numero delle autonomie che una Regione può chiedere. Il comma 3 dell’articolo 116 e successivi della Carta citano le 23 materie ad una a una. Sottolineo : si citano. Non si lascia libera interpretazione».