Pdl insofferente sbotta: «Nella sanità veronese si fanno porcherie, nella provincia di Flavio Tosi c’è gente che vive alle spalle dei veneti, le vostre Ulss devono smetterla di mangiarsi i soldi».
Si sfoga, Dario Bond, e dà voce all’insofferenza pidiellina verso il sindaco-segretario della Liga che nella città scaligera ha cannibalizzato gli azzurri. Ad infiammare il capogruppo, un intervento del leghista Paolo Tosato, critico – in nome del rigore – verso gli oneri della legge istitutiva degli ecomusei: «Da voi non accetto lezioni», è esploso Bond, puntando il dito contro l’azienda ospedaliera di Verona – «Dopo un passivo di 200 milioni di euro, ne ha collezionato un altro di 80» – e rincarando sullo scarso utilizzo della piastra operatoria dell’ospedale Borgo Trento: «Lavora al 24% del potenziale mentre l’indice europeo è del 70%».
Nervi tesi in aula, con il gruppo padano bifronte (tosiani indignati, bossiani che ridono sotto i baffi), il dipietrista Gustavo Franchetto lesto a denunciare «L’inquietante clima di ricatto nella maggioranza» e il flemmatico vicepresidente della giunta, Marino Zorzato, che chiama il focoso “speaker” invitandolo ad abbassare i toni.
Un prologo turbolento al vertice di maggioranza convocato oggi a Padova con la riorganizzazione del sistema sanitario e le nuove regole del commercio in cima all’agenda. Capitoli cruciali e delicati, quasi una prova del fuoco per l’alleanza di centrodestra che amministra il Veneto. Stati maggiori al gran completo, dove l’inquisitore e l’accusato si ritroveranno faccia a faccia. Tosi, il governatore Luca Zaia e il capogruppo Federico Caner sul fronte lighista; Bond, il coordinatore Alberto Giorgetti e Zorzato per gli azzurri; accompagnati da un drappello di assessori e consiglieri per le materie di competenza. Gli obiettivi? Sul versante del welfare Zaia chiederà alla maggioranza di tracciare una road map che consenta di procedere all’attuazione del nuovo Piano socio-sanitario. Tagli dei servizi ospedalieri in eccesso, riconversioni dei reparti, apertura di presìdi medici sul territorio: abbastanza per accendere una scia di conflitti di campanile e scatenare le lobby territoriali in consiglio. Il cammino si annuncia in salita perché le divergenze e gli interessi sono trasversali agli schieramenti, pronti a ricompattarsi però in difesa delle rispettive zone d’influenza: non solo il fatidico Veronese ma anche la montagna bellunese, il Polesine, la laguna, le eccellenze di Padova, la rete ospedaliera di Treviso…
Il governatore teme un gioco al massacro: solleciterà ai partner precise garanzie, nei tempi che nei contenuti. Meno incandescente, almeno sulla carta, la questione del commercio. Qui si tratta di legiferare in aderenza alla Direttiva europea Bolkestein, una normativa che semplifica le procedure necessarie all’avvio di un’attività ed elimina le discriminazioni basate sulla nazionalità delle imprese. È una forte liberalizzazione del settore, che consentirà agli amministratori di delimitare preventivamente gli spazi riservati al commercio ma sottrarrà loro la facoltà di concedere o negare l’autorizzazione all’apertura di negozi, supermercati e centro commerciali. Tant’é. Il Governo italiano ha già recepito la Direttiva, se la politica veneta farà altrettanto, la nuova legge arriverà dopo l’estate.
Il Mattino di Padova – 3 agosto 2012