Per aprire una società costi amministrativi per un valore di 2.100 euro. La Commissione europea ha preannunciato ieri di voler mettere mano con «veri vincoli legali» all’inefficienza della pubblica amministrazione in molti paesi dell’Unione.
L’iniziativa del commissarioall’Industria Antonio Tajani giunge mentre l’esecutivo comunitario sta cercando di agire su più fronti per aiutare la crescita economica. Datempo, il commissario alla Concorrenza Joaquín Almunia sta lavorando anche alla modernizzazione delle regole sugli aiuti di Stato.
In un convegno qui a Bruxelles, Tajani ha parlato della necessità di una «rivoluzione culturale» della funzione pubblica in molti stati membri, sottolineando che l’amministrazione statale deve essere «l’alleato numero 1» delle imprese e dei cittadini. Molte classifiche internazionali mostrano invece come in alcuni paesi dell’Unione l’azione della funzione pubblica sia caratterizzata da angherie e soprusi, tanto da essere un costo vivo per l’attività economica.
Tajani ha preannunciato che la Commissione intende presentare perla prima volta proposte legislative – probabilmente sotto formadidirettive – per imporre cambiamenti al lavoro delle pubbliche amministrazioni a livello nazionale. In undiscorso, il commissario all’Industria ha spiegato che vuole imporre «veri vincoli legali» sui tempi massimi per creare una impresa, per ottenere una licenza, perrisolvere una causa giudiziaria oper chiudere una procedura fallimentare.
Le proposte sono attese entro la fine del mandato dell’esecutivo comunitario, prevista a metà del 2014. Secondo i dati della Commissione, l’Italia è al 25esimo posto su 28 paesi per quanto riguarda l’efficienza della sua funzione pubblica. Aprire una società in Italia impone costi amministrativi per 2.100 euro, rispetto a una media europea di 397 euro. Al contrario, rispetto ad altri paesi, i tempi per creare un’azienda sono bassi in Italia, meno di 10 giorni (mentre sono più di 10 giorni in Germania).
Viceversa, una media azienda italiana ha adempimenti fiscali cheogni anno richiedono untotale di 259 ore di lavoro. In Germania le ore necessarie sono 207, rispetto a una media europea inferiore alle 200 ore. Il convegno di ieri, a cui hanno partecipato anche ministri di governo e rappresentanti di associazioni, per Confindustria il vice presidente Gaetano Maccaferri, è giunto dopo che la Commissione ha presentato un modulo unico semplificato per la dichiarazione dell’imposta sul valore aggiunto.
Sempre a conferma del ritardoitaliano in campo amministrativo, la Commissione ha messo l’accento sui tempi della giustizia civile: servono 564 giorni per avere un giudizio in primo grado e 1.210 per i tre gradi di giudizio. Tajani ha sottolineato la «pletora di adempimenti sostanzialmente inutili e farraginosi, non giustificati dalla tutela di alcun interesse generale, malegati piuttosto a problemi di organizzazione interna, logiche di potere e cattiva legislazione».
Accusata essa stessa di moltiplicare gli obblighi amministrativi, la Commissione sta lavorando per rendere più flessibili le regole sugli aiuti di Stato. Sempre ieri, Gaetano Maccaferri ha spiegato dal canto suo che in generale, i principi della regolamentazione intelligente, devono continuare «a rappresentare una priorità» ed essere posti «al centro della strategia di politica industriale che sarà delineata dal Consiglio europeo del prossimo febbraio».
Amargine del convegno, Tajani ha anche fatto il punto sui ritardi dei pagamenti dell’amministrazione pubblica alle aziende: «L’Italia – ha avvertito – non riesce a rispettare la direttiva sui pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, ma le cose non possono essere cambiate in tempi rapidi». L’uomo politico ha aggiunto che «si registra una inversione di tendenza» rispetto al passato, e che (per ora) l’apertura di una procedura d’infrazione non è prevista.
Il Sole 24 Ore – 30 ottobre 2013