Alla luce delle preliminari informazioni sul documento economico e finanziario presentato martedì a Roma, la Commissione europea ha offerto ieri al Governo Renzi una prima apertura di credito. Il beneficio del dubbio – se così è possibile chiamarlo – sarà messo alla prova da un lato dall’analisi del programma italiano di politica economica che verrà compiuta da Bruxelles nelle prossime settimane e poi dall’attuazione delle promesse dell’esecutivo.
«Accogliamo con piacere l’impegno di finanziare pienamente attraverso la revisione della spesa l’annunciata riduzione delle tasse per i lavoratori a basso reddito fin dal maggio 2014», ha detto Simon O’Connor, il portavoce della Commissione per gli affari economici. «Sulla base dei dettagli che saranno specificati nella legislazione, ne terremo conto nelle nostre prossime previsioni di primavera», attese in maggio. Positivo anche «il colpo di accelerazione sul fronte delle riforme». La Commissione vede di buon occhio il piano di privatizzazione, l’intenzione di razionalizzare la spesa statale e di migliorare il funzionamento dell’amministrazione pubblica. «In questo contesto, il piano del governo di pagare tutti i debiti commerciali ed evitare da ora in poi ritardi nei pagamenti è molto positiva», ha aggiunto O’Connor. L’esecutivo non prende direttamente posizione sulla scelta del governo di rinviare al 2016 il pareggio di bilancio strutturale. «Valuteremo – ha spiegato il portavoce – il nuovo obiettivo di un deficit pari al 2,6% del Pil nel 2014 così come il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine» delle finanze pubbliche «alla luce dei requisiti del Patto di stabilità e di crescita». La scelta di non menzionare il rinvio di un anno dell’obiettivo di pareggio strutturale è interessante. Non è un’assoluzione, ma nasconde certamente il desiderio di valutare il pacchetto nella sua interezza. L’esecutivo comunitario è pronto a concedere un momento di grazia al nuovo Governo – e magari anche maggiore flessibilità sulle finanze pubbliche – tanto più che in un periodo di elezioni europee c’è il desiderio di non stuzzicare con posizioni troppo rigide i partiti euroscettici. Tuttavia, la partita si gioca sulla credibilità della politica economica. Non è un caso se O’Connor ieri ha messo l’accento sull’importanza di adottare e attuare le misure economiche.
«L’annunciata intenzione di assicurare l’effettiva adozione delle misure già approvate è anche molto importante – ha sottolineato – alla luce dei divari e dei ritardi nell’attuazione accumulati in passato». Lo sguardo corre alle nuove previsioni economiche della Commissione, seguite in giugno da raccomandazioni di politica economica. Nei prossimi mesi, Bruxelles capirà se l’Italia sta facendo sul serio e se potrà concederle flessibilità sull’impegno a ridurre il debito.
Il Sole 24 Ore – 10 aprile 2014