Pronto il decreto salva debiti. La bozza del provvedimento, di otto articoli, fissa in ogni dettaglio il piano biennale da 40 miliardi di euro per il pagamento dei debiti di enti locali, Regioni e Pubblica amministrazione centrale nei confronti delle imprese. Dopo il via libera del Parlamento alle risoluzioni sulla nota che aggiorna i saldi di finanza pubblica, tocca ora al Consiglio dei ministri. Il Cdm, che ha come unico punto all’ordine del giorno il decreto in materia di pagamenti della pubblica amministrazione, è slittato dalle 10 di questa mattina alle 19. Lo rende noto il sito di Palazzo Chigi. Secondo quanto riferiscono fonti di governo dietro lo slittamento vi sono ragioni di ordine tecnico relative al testo. Sale l’allarme per l’ipotesi che si punti ad aumentare le aliquote Irpef e per una manovra. Ecco il testo degli articoli che riguardano i debiti sanitari
Secondo la bozza di decreto le Regioni che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti, possono chiedere al ministero dell’Economia l’anticipazione di somme da destinare ai pagamenti. Tra le sorprese, e sa di beffa per i cittadini, spicca la possibilità per le Regioni che utilizzeranno l’anticipo di cassa di anticipare al 2013 l’aumento dell’aliquota addizionale Irpef. Nella bozza di decreto è prevista l’annunciata anticipazione da parte dello Stato di liquidità per lestinguere i debiti sanitari fino a 14 miliardi per gli anni 2013-2014. E le Regioni per restituirli, oltre a mutui trentennali, potranno far scattare da subito la maggiorazione del 2,1% dell’aliquota Irpef prevista dal Dlgs 68/2011 a partire dal 2015.
Anticipazione, da parte dello Stato, di liquidità per l’estinzione dei debiti sanitari fino a 14 miliardi per gli anni 2013-2014 (5 miliardi nel 2013 e 9 nel 2014). E tra le misure per favorire i pagamenti delle pubbliche amministrazioni c’è anche la possibilità per le Regioni che utilizzano l’anticipo di cassa di anticipare al 2013 la maggiorazione dell’aliquota addizionale Irpef. Una vera e propria stangata visto che la bozza del decreto concede alle Regioni di anticipare l’aumento previsto dal Dlgs 68/2011 «Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario» al 2015 del 2,1% in più rispetto all’aliquota di base dello 0,9%.
Sono questi i contenuti di una bozza del decreto legge sui pagamenti della Pubblica amministrazione che dovrebbe essere varato domani o giovedì dal Consiglio dei ministri.
E che prevede rimborsi prima alle imprese, privilegiando le fatture più vecchie, e poi alle banche con un allentamento del patto di stabilità interno per consentire immediata liquidità a Regioni ed Enti locali.
La previsione è di istituire un “Fondo per assicurare la liquidità di pagamenti certi liquidi ed esigibili” ma non sanitari destinato alle amministrazioni locali con poche risorse in cassa e l’obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche di registrarsi sulla piattaforma elettronica del Tesoro per la gestione online del rilascio delle certificazioni, entro 20 giorni dall’entrata in vigore del decreto, pena una multa ai dirigenti di 100 euro per ogni giorno di ritardo.
La bozza conferma l’intenzione del governo di liquidare 20 miliardi di crediti pregressi nel 2013 e altri 20 miliardi nel 2014 con risorse trovate «mediante emissioni di titoli di Stato».
Il Fondo avrà una dotazione di 3 miliardi per il 2013 e di 5 miliardi per il 2014. Le Regioni che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti, possono chiedere al ministero dell’Economia, entro 15 giorni dall’emanazione del decreto, l’anticipazione di somme da destinare ai pagamenti. «L’anticipazione da concedere a ciascuna Regione è stabilita con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con la Conferenza Stato-regioni, da emanare entro il 10 maggio 2013».
La priorità è «ai crediti non oggetto di cessione. Tra più crediti non oggetto di cessione il pagamento deve essere imputato al credito più antico» come certificato dalla fattura o dalla richiesta di pagamento. I piani dei pagamenti «sono pubblicati dall’ente nel proprio sito internet per importi aggregati per classi di debiti».
Per quanto riguarda la piattaforma elettronica, le amministrazioni pubbliche dovranno utilizzarla per certificare le somme dovute registrandosi on line entro 20 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento. «La mancata o tardiva registrazione sulla piattaforma elettronica é rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili» ai quali può toccare «una sanzione pecuniaria pari a 100 euro per ogni giorno di ritardo nella registrazione sulla piattaforma elettronica».
Rivisto anche il termine per la compensazione di crediti certificati con debiti iscritti al ruolo: la scadenza è anticipata al 31 dicembre 2012, invece del 30 aprile 2012 (Il Sole 24 Ore sanità).
Debiti Pa, le Regioni potranno anticipare l’aumento dell’Irpef nel 2013
Pronto il decreto salva debiti. La bozza del provvedimento, di otto articoli, fissa in ogni dettaglio il piano biennale da 40 miliardi di euro per il pagamento dei debiti di enti locali, Regioni e Pubblica amministrazione centrale nei confronti delle imprese. Dopo il via libera del Parlamento alle risoluzioni sulla nota che aggiorna i saldi di finanza pubblica, tocca ora al Consiglio dei ministri: probabile una convocazione già per domani mattina. Tra le sorprese, e sa di beffa per i cittadini, spicca la possibilità per le Regioni che utilizzeranno l’anticipo di cassa di anticipare al 2013 l’aumento dell’aliquota addizionale Irpef.
I pagamenti di debiti di parte capitale, compresi quelli delle Province in favore dei Comuni, maturati al 31 dicembre 2012, e sostenuti nel 2013, vengono esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno per un importo totale di 5 miliardi. Il riparto tra i singoli enti sarà determinato dal ministero dell’Economia entro il 15 maggio. Sono inoltre previste sanzioni (due mensilità retributive al netto delle imposte) per i responsabili degli enti locali che nel corso dell’anno non effettuano almeno il 90% dei pagamenti comunicati al Tesoro. Ad ogni modo, nelle more della ripartizione del Tesoro attesa per il 15 maggio, e per consentire l’immediato pagamento almeno di una prima tranche, ciascun ente può effettuare pagamenti entro il 50% delle necessità finanziarie comunicate ed entro un tetto dei residui passivi in conto capitale.
Lo stesso articolo stabilisce che, per il 2013, non rilevano ai fini del patto di stabilità i trasferimenti effettuati in favore degli enti locali a valere sui residui passivi di parte corrente, purché a fronte di corrispondenti residui attivi degli enti locali.
Per quanto riguarda invece gli enti locali che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti per mancanza di liquidità, potranno scattare prestiti a valere su un Fondo con dotazione pari a 2 miliardi sia per il 2013 sia per il 2014. I prestiti saranno di durata trentennale e in caso di mancato pagamento della rata di ammortamento entro i termini, potranno esserci corrispondente tagli relativi alla quota Imu riservata ai Comuni oppure, nel caso delle Province, relativi all’imposta Rc auto.
Non basta, perché per gli enti locali interessati scatteranno vincoli finanziari molto stringenti nel prossimo quinquennio: non potranno impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio e non potranno ricorrere all’indebitamento per gli investimenti a meno che non sia presentata un’attestazione del conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno. (Il Sole 24 Ore).
Debiti Pa, la Camera approva la risoluzione
La Camera dei Deputati ha approvato la risoluzione che dà il via libera allo sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese. L’approvazione della risoluzione unitaria consentirà al Governo di emenare un decreto legge per sbloccare il pagamento dei debiti della p.a. La risoluzione stabilisce che siano rimborsate prima le imprese, privilegiando cronologicamente le fatture più vecchie, e poi le banche. Prevede poi l’allentamento del patto di stabilità interno per consentire immediata liquidità a Regioni ed Enti locali, l’istituzione del fondo per assicurare la liquidità di pagamenti certi liquidi ed esigibili destinato alle amministrazioni locali con scarse risorse in cassa; l’anticipo al 2013 dell’aumento dell’aliquota addizionale Irpef per le regioni che utilizzano l’anticipo di cassa; l’obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche di registrarsi sulla piattaforma elettronica del Tesoro per la gestione online del rilascio delle certificazioni, entro 20 giorni dall’entrata in vigore del decreto, pena una multa ai dirigenti di 100 euro per ogni giorno di ritardo. La risoluzione approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani, previsto per le ore 10.
L’ultima versione del decreto conferma l’intenzione del governo di liquidare 20 miliardi di crediti pregressi nel 2013 e altri 20 miliardi nel 2014 reperendo risorse “mediante emissioni di titoli di Stato”. I pagamenti dei debiti contratti dagli enti locali, “sono esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno per un importo complessivo di 5.000 milioni di euro”. L’articolo 1 del decreto prevede che comuni e province comunichino mediante web, entro il 30 aprile, “gli spazi finanziari di cui necessitano per sostenere i pagamenti”. Entro il 15 maggio, poi, saranno “individuati, per ciascun ente locale, su base proporzionale, gli importi dei pagamenti da escludere dal patto di stabilità interno”.
Inoltre “il responsabile del servizio economico-finanziario e il responsabile del servizio interessato degli enti locali che nel corso dell’esercizio non effettuano almeno il 90% dei pagamenti” vanno incontro a “una sanzione pecuniaria, da acquisire al bilancio del medesimo ente, pari a due mensilità del trattamento retributivo al netto degli oneri fiscali”, si legge nella bozza del Dl. Il fondo per assicurare la liquidità agli enti locali per il pagamento dei debiti avrà una dotazione di 2 miliardi di euro sia per il 2013 che per il 2014.
Gli enti locali che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti maturati al 31 dicembre 2012 “a causa di carenza di liquidità”, possono chiedere al ministero dell’Interno, entro il 31 maggio, “l’anticipazione di liquidità da destinare ai predetti pagamenti”. L’anticipazione “è restituita, con piano di ammortamento a rate costanti, comprensive di quota capitale e quota interessi, con durata fino a un massimo di 30 anni. La rata annuale scadrà in corrispondeza della data di erogazione dell’anticipazione e non potrà cadere oltre il 30 settembre di ciascun anno”. Per il 2013 e il 2014, ciascun ente locale “dovrà stipulare un contratto di prestito e il relativo piano di ammortamento, concordando questa procedura con il ministero dell’Interno”.
Il decreto prevede poi l’anticipazione, da parte dello Stato, di liquidità per l’estinzione dei debiti sanitari fino ad un ammontare complessivo di 14 miliardi di euro per gli anni 2013-2014 (5 miliardi nel 2013 e 9 nel 2014). Tra le misure per favorire i pagamenti delle pubbliche amministrazioni c’è anche la possibilità per le Regioni che utilizzano l’anticipo di cassa di anticipare al 2013 la maggiorazione dell’aliquota addizionale Irpef (articolo 5). Quanto ai piani di pagamento, verrà data priorità “ai crediti non oggetto di cessione. Tra più crediti non oggetto di cessione – si legge sempre nell’articolo 5 – il pagamento deve essere imputato al credito più antico” come certificato dalla fattura o dalla richiesta di pagamento. I piani dei pagamenti “sono pubblicati dall’ente nel proprio sito internet per importi aggregati per classi di debiti”.
L’articolo 6 del decreto, poi, prevede che le amministrazioni pubbliche certifichino le somme dovute registrandosi sulla “piattaforma elettronica per la gestione telematica del rilascio delle certificazioni”, predisposta dal ministero dell’Economia, entro 20 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento. “La mancata o tardiva registrazione sulla piattaforma elettronica é rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili” che possono incorrere in “una sanzione pecuniaria pari a 100 euro per ogni giorno di ritardo nella registrazione sulla piattaforma elettronica”. Inoltre viene rivisto il termine per la compensazione di crediti certificati con debiti iscritti al ruolo: la scadenza viene anticipata al 31 dicembre 2012, anziché al 30 aprile 2012. (ItaliaOggi)
2 aprile 2013