Slitta probabilmente a oggi la prevista presentazione da parte del Governo del maxiemendamento sul quale porre la fiducia vista la mole di emendamenti presentati in Aula alla Camera. Tra le modifiche rispetto al testo varato dalla Commissione Affari Sociali dovrebbe esserci la soppressione della deroga alla legge sulle pensioni per il personale Ssn alla quale si era opposta con fermezza il ministro Fornero. Ci sono dubbi sul mantenimento nella versione votata dalla commissione sulle cure palliative (durante il diattito era stato annunciato), sul prontuario terapeutico e sui farmaci con un possibile ritorno alla versione originale del decretone. L’Economia e la Ragioneria generale dello Stato hanno inviato oggi al Parlamento le loro relazioni sul decreto.
Il governo ha comunicato alla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio di stare valutando se porre la questione di fiducia sul decreto legge sanità.
La commissione Affari sociali della Camera ha accolto tutte le richieste di modifica della commissione Bilancio. Il testo va ora in Aula dove il Governo dovrebbe mettere la fiducia.
Queste in esterma sintesi le richieste della commissione Bilancio:
– il personale dipendente eventualmente utilizzato dalle aziende per le cure primarie deve essere senza oneri e in base alla convenzione nazionale
– nel ruolo unico dei Mmg devono restare fermi i livelli retributivi attuali
– la formazione per Mmg da prevedere nel Patto per la salute non deve avere oneri aggiuntivi
– per i convenzionati si devono rispettare le stesse regole di limitazione della crescita economica dei dipendenti previste nella spending review
– niente fatture dettagliate per l’intramoenia
– i moduli organizzativi per il controllo delle prestazioni in intramoenia non devono generare oneri aggiuntivi
– la commissione che può aggiornare le tariffe dell’intramoenia deve fare proposte nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e non deve ricevre alcun compenso
– niente più copertura assicurativa obbligatoria né possibilità di azione diretta del paziente
– niente Unità di risk management ma analisi a livello aziendale – senza costi extra – delle soluzioni per la gestione dei rischi, la loro prevenzione. Salute e Regioni monitorano i dati
– per i dirigenti che siano confermati in altro incarico di “pari rilievo” dopo verifica positiva si rispetta la legge 122/2010 che prevede che l’incarico sia di valore economico inferiore ed eventualmente alle condizioni meno di favore
– tempo determinato: la possibilità del 2% dei contratti rispetto agli organici (per tutti) è considerata per difetto se i valori non sono interi
– via l’età pensionabile a 70 anni per i medici e i dirigenti Ssn
– il monitoraggio delle unità assistenziali anche in base al Programma esiti, deve essere senza costi aggiuntivi
– niente prepensionamento per chi avesse raggiunto i requisiti al 31 dicembre 2014
– dalle limitazioni al tempo determinato è escluso il solo personale sanitario
– niente nuovi concorsi o deroga al turn over al 20% nelle Regioni con piani di rientro. In queste ultime semmai la deroga può essere al 15% solo rispetto a necessità di erogazione dell’assistenza e comunque con autorizzazione di Economia, Salute, Affari regionali
– niente più fondo per le ludopatie, ma solo loro inserimento nei Lea
– efficienza energetica negli ospedali sono dopo un’analisi costi-benefici che ne accerti la convenienza
– le regole per l’aggiornamento della normativa antincendio valgono solo per le strutture pubbliche
– negli ospedali non dovranno essere previsti spazi per cure pediatriche e esigenze genitori
– nel blocco dell’accesso al gioco per i minori non c’è più il controllo con “l’uso esclusivo di tessera elettronica, tessera sanitaria o codice fiscale”
– nessun compenso ai componenti dell’Osservatorio per contrastare i giochi nei minori
– niente defibrillatori (né loro finanziamento extra), solo certificazioni obbligatorio di buona salute
– dalle restrizioni per il latte crudo sono escluse le microimprese
– per le bevande a base di frutto le regole del 20% si applicano dopo sei mesi del recepimento della procedura prevista dalla direttiva 98/34/CE
– il tavolo presso l’Aifa per il monitoraggio dei prontuari ospedalieri non percepisce compensi
– i farmaci terapeuticamente superati e quelli con efficacia non sufficientemente dimostrata sono fuori dal prontuario. Quelli che non soddisfano il criterio di economicità ricontrattano il prezzo con l’Aifa e sono fuori prontuario se non c’è accordo entro il 31 dicembre 2013
– la proroga degli organi collegaili che fanno capo al ministero della Salute è fino al 31 dicembre 2012 e non al 30 aprile 2013
Ieri prima il Servizio del bilancio della Camera, poi il ministero dell’Economia, quindi la Ragioneria generale dello Stato: sono arrivate ieri alla commissione Bilancio di Montecitorio tre stroncature consecutive per il “decretone sanitario” (Dl 158) del ministro Renato Balduzzi. Il decreto da oggi corre veloce verso il voto di fiducia, con ogni probabilità con la necessità della messa a punto di un maxi emendamento anche per aggirare i 350 emendamenti presentati in aula.
La commissione Bilancio ha soppesato fino all’ultimo nella serata di ieri i tre pareri (pubblicati su questo sito) in un vero e proprio braccio di ferro tra centrodestra e centrosinistra. Alla fine, più che gli aspetti tecnici e di copertura delle norme che avrebbero costretto a uno slalom per riscrivere daccapo il decreto, in commissione Bilancio hanno prevalso le scelte politiche e i compromessi tra i partiti. Compromessi che, però, hanno lasciato comunque l’amaro in bocca a tanti.
L’Economia ha anche commentato il documento esplicativo inviato dal ministero della salute che risulta essere «non una relazione tecnica» (quella richiesta dalla legge) ma una «mera nota», che risulta insufficiente.
Bocciatura anche per la Affari sociali che, con le modifiche apportate alla legge uscita dal consiglio dei ministri del 5 settembre scorso, ha reso troppo «oneroso» il decreto.
Tra i nodi irrisolti, le deroghe alla riforma Fornero delle pensioni, una norma sui farmaci inefficaci e alcuni passaggi su giochi e tabacchi che rischiano, secondo l’Economia, di produrre minori entrate.
Ieri, dopo oltre due ore di riunione nel primo pomeriggio, ancora non si é arrivati ad un accordo definitivo in bilancio. I relatori della Affari sociali sono accorsi a spiegare i loro emendamenti. In commissione sono arrivati i ministri Balduzzi (salute), Giarda (rapporti con il parlamento) e il sottosegretario Polillo (Economia). Ma ancora manca il raccordo sul testo.
E il parere della bilanci, a questo punto, arriverà solo in tarda serata, intanto il decreto in aula é rimandato a domani.
Intanto, come già anticipato su questo sito ieri mattina, il governo ha comunicato alla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio di stare valutando (dopo il parere della Bilancio) se porre la questione di fiducia sul decreto legge sanità.
Le norme che dovrebbero “saltare” quindi vanno dal fondo ad hoc per la cura dei ludopatici, alle misure per scoraggiare il gioco da parte dei minori, alle norme sui farmaci a quelle sull’aranciata. Una serie di «no» contro i quali i deputati della Affari sociali si stanno battendo in commissione Bilancio.
L’Economia e la Ragioneria generale dello Stato hanno inviato oggi al Parlamento le loro relazioni sul decreto legge 158/2012
L’Economia ha commentato il documento esplicativo inviato dal ministero della salute che risulta essere «non una relazione tecnica» (quella richiesta dalla legge) ma una «mera nota», che risulta insufficiente.
Bocciatura anche per la Affari sociali che, con le modifiche apportate alla legge uscita dal consiglio dei ministri del 5 settembre scorso, ha reso troppo «oneroso» il decreto.
Tra i nodi irrisolti, le deroghe alla riforma Fornero delle pensioni, una norma sui farmaci inefficaci e alcuni passaggi su giochi e tabacchi che rischiano, secondo l’Economia, di produrre minori entrate.
Le norme che dovrebbero “saltare” quindi vanno dal fondo ad hoc per la cura dei ludopatici, alle misure per scoraggiare il gioco da parte dei minori, alle norme sui farmaci a quelle sull’aranciata. Una serie di «no» contro i quali i deputati della Affari sociali si stanno battendo in commissione Bilancio.
Al testo finale i relatori pensano ad alcuni ritocchi come l’inserimento delle cure palliative o la cancellazione della norma sulle pensioni della dirigenza e ci sono dubbi sul mantenimento nella versione votata dalla commissione sul prontuario terapeutico e sui farmaci con un possibile ritorno alla versione originale del decretone.
Già Lucio Barani (Pdl), relatore con Livia Turco (Pd) del provvedimento, al momento dell’approvazione in commissione Affari sociali aveva espresso soddisfazione per il lavoro svolto, ma sottolineato che in aula ci sarebbero potuti essere spazi di “miglioramanto” su «questioni come l’esercizio abusivo della professione, le cure palliative, la riorganizzazione della dirigenza sanitaria del ministero della Salute, le disciplina di alcune professioni mediche»
Il testo del decretone all’esame dell’aula con le modifiche a fronte del testo originario