“Non vogliamo pensar male, ma, guarda caso, proprio quando il mais schizza a 28 euro al quintale con la prospettiva di rincarare ulteriormente, gli operatori cerealicoli, soprattutto quelli fuori dal mondo cooperativistico, gridano allarme micotossine, tentando di far passare per un problema generalizzato e grave, quella che e’ invece una realta’ conosciuta e controllata in tutta Italia.
Non ci sara’ un fine speculativo in questo? Non ci sara’ un tentativo di abbassare i prezzi in un momento in cui l’offerta e’ scarsa in tutto il mondo a causa degli eventi siccitosi?”.
Cosi’ il presidente di Coldiretti Rovigo Mauro Giuriolo, apostrofa le voci, anche mediatiche, che vorrebbero screditare la qualita’ del mais polesano, avanzando ipotesi di contaminazione diffusa da micotossine, dovuta allo stress idrico.
“La possibile presenza di micotossine nel mais e’ una realta’ nota e gestita da sempre – spiega Giuriolo – Non colpisce tutto il territorio, ma puo’ essere circoscritta ad alcune aree. Infatti, il mais viene analizzato affinche’ quello contaminato al di sopra una certa soglia, venga separato dal resto del prodotto e sia lavorato diversamente per gli usi previsti dalla legge”. “Il fenomeno e’ tanto noto che la stessa Regione Veneto – continua Giuriolo – ha costituito un gruppo di lavoro per monitorare la situazione, prevenendo gli allarmismi ingiustificati”.
“In ogni caso – prosegue Giuriolo – e’ appena iniziata la trebbiatura del primo mais irrigato e i dati che ci stanno pervenendo dalle cooperative maidicole e dal consorzio agrario sui conferimenti di prodotto, sono confortanti. A tal proposito, invito gli agricoltori a chiedere espressamente all’essicatoio dove conferiscono il prodotto, l’esame sullo stato di salute del proprio mais prima che venga confuso con l’altro in deposito”
Agi – 2 settembre 2012