Il decreto sui costi della politica si aggiudica una delle poche wild card ancora a disposizione della “strana maggioranza” e guadagna la conversione in legge.
Nonostante la terza obiezione di coscienza in due giorni del Pdl la Camera ha dato ieri – con 268 sì, un no e 153 astenuti – l’ok definitivo a un provvedimento che, oltre a blindare l’Imu della Chiesa e a eliminare l’esenzione per le fondazioni bancarie, rafforza i controlli della Corte dei conti, sfoltisce le poltrone locali e impone più trasparenza sui redditi degli amministratori e spese dei gruppi. Ora toccherà alle Regioni adeguarsi entro il 23 dicembre se non vorranno perdere fino all’80% dei trasferimenti erariali, eccezion fatta per sanità e trasporti.
È questa la sanzione prevista in prima battuta dall’articolo 2 del Dl 174 per i governatori renitenti ad adeguarsi alla stretta sui costi della politica. Ma converrà anche agli assessori e ai consiglieri impegnarsi per raggiungere questo obiettivo altrimenti potrebbero lasciare sul terreno fino al 50% dei loro emolumenti. La lista degli adempimenti da tradurre in legge regionale è estremamente lunga. Il giro di vite si compone di 12 prescrizioni da rispettare: si va dalla riduzione del 30% circa dei membri di consigli e giunte già prevista dalla manovra d’estate 2011 del Governo Berlusconi alla fissazione di un tetto massimo per gli emolumenti delle varie cariche e per i contributi ai gruppi; dal divieto di cumulo tra più indennità alla gratuità della partecipazione alle commissioni; dall’impossibilità di conseguire il vitalizio in presenza di una condanna per reati contro la Pa alla pubblicazione on line dei redditi dei governanti.
Se il capitolo costi della politica è rimasto sostanzialmente immutato – se si eccettuano un paio di inasprimenti introdotti in Parlamento su assegni di fine mandato e spese per il personale dei gruppi – rispetto a quello elaborato dall’Esecutivo nel Dl originario, lo stesso non può dirsi per i controlli della Corte dei conti. Che, da un lato, ha conservato quelli sui rendiconti preventivi e consuntivi delle Regioni acquistando anche la possibilità di stoppare le spese senza copertura. Ma, dall’altro, si è vista sottrarre, durante il primo giro di giostra alla Camera, la verifica preventiva di legittimità e il giudizio di parifica.
Più di un cedimento si è registrato anche sugli aiuti agli enti dissestati. Modifiche dettate spesso dalle spinte localistiche dei singoli parlamentari. Si pensi all’anticipazione di 50 milioni da restituire in 5 anni per le Regioni con i bilanci in affanno (in primis la Campania) oppure ai 20 milioni da ridare indietro in 10 anni per i Comuni non solo sull’orlo del default, ma anche sciolti per mafia (come Reggio Calabria). Senza dimenticare l’aumento da 100 a 300 euro per cittadino della dote che i sindaci potranno ottenere dal fondo anti-dissesto.
Sin dalla sua nascita il decreto 174 si è configurato come un provvedimento omnibus per risolvere una serie di pendenze aperte con gli enti locali. E tale tendenza durante il triplo passaggio alle Camere si è acuita. Si pensi alla nascita di Campione d’Italia Spa o alle modifiche sull’Imu. Il decreto fa slittare di 90 giorni (e dunque al 4 febbraio) la data per la presentazione della dichiarazione Imu (nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle vecchie dichiarazioni Ici), rispetto alla scadenza del 30 novembre, abrogata perché troppo vicina al varo ufficiale dei modelli e delle istruzioni per la loro compilazione. Non solo. È passata anche la “blindatura” sull’Imu per il no profit, dando rango di norma primaria (per evitare ricorsi al Tar dei soggetti colpiti dalla stretta) al regolamento varato dal Mef il 19 novembre scorso che stabilisce le modalità sulle esenzioni dall’Imu per le unità immobiliari della Chiesa e degli enti non profit ad utilizzazione mista. Abrogata inoltre l’esenzione Imu per le fondazioni bancarie.
Via libera infine alla proroga a giugno 2013 per le tasse – non per i contributi sui quali dovrà intervenire la legge di stabilità su cui si veda altro articolo a pagina 9 – nelle aree colpite dal sisma che a maggio 2012 ha sconvolto gran parte dell’Emilia. I benefici per le aziende sono estesi anche ai lavoratori autonomi.
ilsole24ore.com – 8 dicembre 2012