Tra le novità la relazione del ministero a un anno dalla riforma per valutare gli effetti occupazionali su contratti a termine e apprendistato. Il governo è orientato a chiedere la fiducia sul testo del Dl Poletti approvato dalla commissione lavoro della Camera che oggi approda in Aula.
Ma il Nuovo centrodestra è pronto a dare battaglia contro alcune modifiche votate in commissione, con emendamenti annunciati da Sergio Pizzolante per ripristinare la versione originaria dell’apprendistato: «Prima di porre la fiducia – afferma il capogruppo Ncd del Senato, Maurizio Sacconi – serve un accordo politico per decidere le modifiche da apportare al testo da parte del Senato. Sono state depotenziate le semplificazioni all’apprendistato, ma oltre ad un problema di merito, solleviamo un problema politico, che riguarda i rapporti tra i partiti della maggioranza, visto che il testo del governo è stato peggiorato». Critiche anche da Scelta Civica, che contesta il ricorso a un provvedimento d’urgenza sul delicato tema del lavoro.
Il testo conferma la durata di 36 mesi del contratto a tempo determinato per il quale non è richiesto il requisito della causalità, con il numero massimo di proroghe ridotto da 8 a 5 nell’arco dei tre anni. I contratti a termine non potranno superare il 20% dei lavoratori a tempo indeterminato, lasciando alla contrattazione nazionale la possibilità di fissare altri limiti: oltre questo tetto, in assenza di altre previsioni fissate dalla contrattazione, i lavoratori sono considerati a tempo indeterminato (anche questa norma è contestata dal Ncd). È fissato un periodo transitorio al 31 dicembre 2014 per rientrare nel limite. Per l’apprendistato è stato ripristinato il piano formativo individuale scritto in forma semplificata. Reintrodotta una soglia di stabilizzazioni, almeno il 20% degli apprendisti per le imprese con almeno 30 dipendenti, per poterne assumere nuovi (il Dl originario aveva abolito la soglia del 30% della legge Fornero che a regime saliva al 50%). Inoltre l’impresa deve usufruire dell’offerta formativa pubblica (discrezionale nel testo originario), che viene meno se la Regione non si attiva entro 45 giorni.
Il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba (Pd), difende l’impostazione votata dalla commissione: «Confermo quanto detto dal ministro Poletti – sostiene – ovvero che il Dl del governo non è stato stravolto dalla commissione lavoro che ha approvato un testo equilibrato. L’orientamento prevalente è quello di porre la fiducia, visti i tempi stretti». Il Dl 34 scade il 19 maggio, ma l’iter sarà rallentato dalle festività in calendario (25 aprile, 1?maggio). Superato lo scoglio della Camera toccherà al Senato, dove i rapporti di forza sono differenti: rispetto alla commissione lavoro della Camera dove 21 dei 46 deputati sono del Pd – ed un ruolo decisivo nella mediazione finale lo ha giocato il presidente Cesare Damiano (Pd) – nell’omologa commissione di Palazzo Madama il Pd conta 8 senatori su 25, ed il presidente è Maurizio Sacconi (Ncd). «L’approvazione del testo da parte della Camera – afferma il relatore Carlo Dell’Aringa (Pd)– deve avvenire in tempi rapidi per non compromettere la conversione in legge. La commissione ha sostanzialmente confermato l’impianto del testo licenziato dal governo». Tra le novità, il ministero del Lavoro, un anno dopo l’entrata in vigore della legge, farà una relazione per valutare gli effetti occupazionali delle nuove regole su contratti a termine e apprendistato.
Il Sole 24 Ore – 22 aprile 2014