La pressione fiscale al 44% è «molto elevata» sia a livello storico sia nel confronto internazionale – 3 punti sopra gli altri paesi europei – e «l’elevato livello di evasione fiscale» rendono il carico sui contribuenti onesti «ancora più ingente», e costituiscono il vero ostacolo alla crescita italiana.
Questa l’analisi del direttore centrale per la ricerca economica della Banca d’Italia, Daniele Franco, in audizione sul Def davanti alle commissioni speciali riunite.
Per confermare pareggio di bilancio nel 2015 manovra da 16 mld
«Per mantenere il pareggio di bilancio anche dal 2015 – ha spiegato Franco ai componenti delle commissioni, sarà necessario introdurre ulteriori correzioni, sia pure di dimensioni limitate rispetto a quanto fatto in passato». Se i governi volessero mantenere il pareggio di bilancio strutturale rifinanziando tutti i programmi di spesa e confermando le prassi cumulata, ha aggiunto, «l’entità della manovra cumulata sul triennio 2015-17 sarebbe nell’ordine di circa un punto percentuale», pari ad una cifra che la Banca d’Italia stima pari a 16-17 miliardi di euro.
Eliminare le incertezze sul gettito Imu
Tra le cose da fare con urgenza, anche scelte chiare sul fronte della tassazione degli immobili: perché l’Europa riconosca il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio – con la chiusura della procedura per disavanzi eccessivi – sottolinea Franco, «vanno immediatamente dissipate le incertezze sulla stabilità del gettito legato al vigente sistema di imposizione sugli immobili».
Situazione grave, conuigare conti in equilibrio e azioni per la crescita
Nelle sue osservazioni, Franco ricorda come la gravità della situazione «richiede un’azione di politica economica ampia e organica, che coniughi l’equilibri dei conti pubblici e le azioni strutturali volte a innalzare il potenziale di crescita dell’economia con il sostegno in tempi brevi del sistema produttivo e delle fasce più deboli della popolazione». L’andamento dell’economia rimane, nonostante gli sforzi compiuti, rimane per Bankitalia «il principale problema della politica economica», mentre la profonda recessione che coinvolge l’Italia «riflette fattori esterni e l’azione, inevitabile, di riduzione del disavanzo pubblico, pesano inoltre le debolezze strutturali dell’economia, sottostanti il lungo periodo di crescita stentata».
Il Sole 24 Ore – 24 aprile 2013