Flessibilità in uscita per le pensioni ma compatibilmente con lo stato dei conti pubblici, riduzione della tasse per famiglie e imprese, Sud e spinta agli investimenti, a partire da quelli locali. Sono questi i cardini delle risoluzioni al Def che la maggioranza sta cominciando a mettere a punto in vista del voto del 27 maggio in Parlamento quando dovrà essere dato l’ok anche allo slittamento al 2019 del pareggio di bilancio.
A fissare questa agenda per la Camera è stata ieri la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Mentre ieri l’Istat ha pubblicato la notifica dell’indebitamento netto e del debito 2015 previsto dal Trattato di Maastricht confermando i due saldi rispettivamente al 2,6% e al 132,7%.
I testi con cui il Parlamento nel dare il via libera al Def inviterà il Governo a recepire le sue sollecitazione terrà conto anche delle osservazioni espresse in questi giorni nei pareri delle singole commissioni di Camera e Senato. Ieri, in particolare, è arrivato il “sì” della commissione Bilancio di Montecitorio e per martedì è atteso quello dell’omologa commissione di Palazzo Madama che ieri non ha terminato l’esame del Documento di economia e finanza. «C’è stato un costruttivo e proficuo confronto tra maggioranza e opposizione», ha evidenziato il presidente della Bilancio della Camera, Francesco Boccia.
Disco verde anche dalla commissione Finanze di Montecitorio, con il presidente Maurizio Bernardo che ha sottolineato «l’esigenza di perseguire con decisione l’obiettivo della revisione delle agevolazioni fiscali (tax expenditures)» e di «portare a compimento la revisione dei valori catastali». La commissione ha anche accolto con favore l’intenzione del governo di proseguire nell’azione di alleggerimento fiscale per famiglie e imprese.
Nessuna indicazione invece sull’eventualità di ridurre, o posticipare, il previsto taglio dell’Ires nel 2017 per le imprese (già inglobato nei tendenziali di finanza pubblica) per dare priorità a interventi fiscali sulla famiglia, come la riduzione dell’Irpef. A parlarne è stato il viceministro dell’Economia e leader di Scelta civica, Enrico Zanetti: «Se nel dibattito dei prossimi mesi dovesse emergere l’opportunità di invertire l’ordine intervenendo prima sull’Irpef per noi va bene. L’importante è che poi si torni sulle imprese».
Un via libera al Def con osservazioni è arrivato dalle commissioni Lavoro di Montecitorio e Sanità del Senato. Nel primo caso è stato toccato anche uno dei temi caldi del momento: le pensioni. Per la Lavoro della Camera la flessibilità in uscita dovrà trovare attuazione con la prossima Stabilità. Dovranno poi essere attuati correttivi anche su ricongiunzioni onerose e lavori usuranti e dovrà essere definita «una misura nazionale contro la povertà». La commissione Sanità di Palazzo Madama ha invece puntato la sua lente sul rapporto spesa sanitaria-Pil nel 2019 (6,5%) considerato tale da prefigurare «una situazione di particolare sofferenza».
Un ok ma con diverse osservazioni è arrivato anche dalla Conferenza unificata (Regioni, Comuni e Province). Gli enti territoriali insistono per utilizzare gli extra-deficit per gli investimenti. «Complessivamente il quadro è di condivisione dell’impianto generale», ha commentato il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta.
Il Sole 24 Ore – 22 aprile 2016