Le bandiere rosse del sindacato che segnano il confine del presidio iniziato cinque giorni fa sono rimaste dove erano. Ma da ieri pomeriggio i camion che portano la merce sugli scaffali dei 200 punti vendita di Despar, Interspar ed Eurospar di tutto il Nordest hanno ricominciato a circolare regolarmente.
I lavoratori della cooperativa di facchinaggio che avevano bloccato i cancelli della sede Aspiag di Mestrino, il colosso della distribzione da quasi due miliardi di fatturato e 6500 dipendenti, hanno firmato l’accordo e tolto il picchetto che da giorni impediva il carico e scarico merci dirette ai supermercati.
Dopo quasi una settimana di blocco dovuto alla decisione della nuova cooperativa di facchinaggio (la Sistema Consortile di Vicenza) di non riassorbire una parte dei 103 dipendenti della vecchia cooperativa (la Mestieri & Mestieri di Udine) che lavoravano da anni nei magazzini di Aspiag, le parti hanno raggiunto un accordo basato su ventidue mobilità volontarie e la riassunzione dei rimanenti 81 lavoratori. I facchini, tutti di origine romena e in Veneto anche da vent’anni, potranno dunque decidere se restare a lavorare per la nuova cooperativa di servizi o andare a casa con incentivi compresi tra i 18 mila e i 25 mila euro. «Si tratta di un buon accordo – dice il segretario provinciale della Filt Cgil Romeo Barutta – non c’è stata nessuna discriminazione tra nuovi e vecchi lavoratori e tutto può riprendere regolarmente».
Verso sera, il volto dei lavoratori che si davano il cambio di fronte alla sede di Aspiag è decisamente più rilassato. Solo ieri mattina, quando l’accordo sembrava ancora un risultato impossibile, stavano nervosamente giocando a carte (e mangiando semi di zucca) accanto alle macchine parcheggiate di traverso davanti ai cancelli del magazzino. «Lavoriamo qui da dieci anni per 6 euro lordi l’ora, 700 euro al mese quando va bene – dicono Alessandro e Christian, entrambi romeni – non era accettabile che ci mandassero a casa così come se fossimo cose vecchie». La notizia dell’accordo è stata accolta con un sospiro di sollievo anche dai vertici di Aspiag che lunedì avevano lanciato l’allarme per i dipendenti diretti della società. «Il blocco ha impedito di fornire la merce ai nostri punti vendita per più giorni- spiega il direttore del personale di Aspiag Angelo Pigatto -. Adesso è tutto risolto ma gli scaffali si stavano svuotando e avremmo subìto delle perdite economiche che ci avrebbero costretto a mettere in cassa integrazione alcuni dipendenti dei negozi».
Fortunatamente la vicenda si è risolta prima che gli scaffali si svuotassero, ma resta l’amaro in bocca ai vertici del colosso della distribuizone per quello che è è stato vissuto come un mancato intervento delle forze dell’ordine. Al culmine della tensione, lo stesso amministratore delegato di Aspiag, Paul Klotz, aveva perso il tradizionale aplomb nordico per accusare di inerzia la prefettura e la questura. «Da austriaco non riesco a credere che non ci sia un intervento deciso da parte delle istituzioni italiane, in un caso conclamato di irregolarità di uno sciopero, che di fatto è un vero e proprio sequestro di cui noi siamo ostaggio», aveva detto Klotz.
In realtà, la prefettura di Padova in questi giorni non è rimasta a guardare. Il prefetto Patrizia Impresa, appena raggiunta da una richiesta di incontro dei sindacati e delle cooperative il 30 aprile, ha aperto il prima possibile (il 2 maggio) il tavolo che si è poi concluso ieri con successo. A fare da paciere tra le parti però ci ha pensato anche Aspiag che ha convinto le due cooperative (la uscente e la entrante) a mettere sul piatto un totale di 450 mila euro per pagare le mobilità volontarie.
Con l’accordo firmato ieri quindi è stata messa la parola fine a una lunghissima vertenza sindacale iniziata ancora a ottobre dell’anno scorso quando la cooperativa Mestieri & Mestieri (subentrata circa due anni fa al Consorzio Solaris) ha rinunciato all’appalto di Aspiag a causa di margini di guadagno troppo ridotti. La nuova cooperativa, la Sistema Consortile, è dunque subentrata con la decisione di ridurre il numero di lavoratori e aumentare la produttività dei singoli facchini per far fronte all’appalto. «Stiamo parlando di lavoratori che prendono 6 euro lordi l’ora e che non hanno nemmeno la malattia pagata – interviene Franc Stenaj della Filt Cgil – la distribuzione assegna appalti al massimo ribasso e questo è il risultato». Di fronte alla richiesta di un aumento di produttività e alla riduzione del numero di lavoratori (il 29 aprile la Mestieri & Mestieri si è ritirata definitivamente passando la mano alla Sistema Consortile) sono iniziate le azioni dimostrative del 30 aprile con il picchetto durato fino a ieri pomeriggio. «Finora non avevamo mai avuto problemi con i lavoratori perché come Aspiag abbiamo sempre pagato i servizi in linea con i prezzi di mercato aggiungendo premi di produzione individuali – conclude Pigatto -. Poi sono arrivati i sindacati che vogliono invece premi a pioggia e non individuali e sono iniziate le tensioni».
Alessio Antonini e Riccardo Bastianello – Corriere del Veneto – 7 maggio 2014