Potremo collegarci a internet via Wi-Fi, gratis, vicino a ogni edificio pubblico: uffici, scuole, luoghi di interesse turistico, ospedali. È uno dei punti meno noti all’interno dei decreti della riforma della Pubblica amministrazione, che il Consiglio dei ministri ha approvato in esame preliminare la settimana scorsa.
Nel testo (che dovrà tornare al Consiglio per l’approvazione finale), non ancora pubblico, si legge nero su bianco il progetto che il governo intende ultimare per dicembre 2017. In particolare, «l’obbligo per le amministrazioni di rendere disponibili agli utenti, presso i propri uffici, idonee risorse di connettività ad Internet in modalità Wi-Fi. Quando un ufficio pubblico non utilizza la banda sarà obbligato a renderla disponibile ai cittadini attraverso il Wi-Fi». E questo «in particolare nei settori scolastico, sanitario e di interesse turistico ». Con un occhio quindi anche per i visitatori stranieri.
Il Wi-Fi pubblico di massa è un progetto di importanza strategica per riuscire nella missione impossible che il premier Renzi si è preposto: rendere digitali quindi più snelli, efficienti ed economici – tutti i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, a partire da scuole, uffici, e ospedali. È una sfida anche perché sono ancora 20 milioni gli italiani senza Internet, secondo l’Istat. «Offrire l’accesso gratis in ogni luogo della pubblica amministrazione servirà a diffonderla anche tra i cittadini che finora ne sono stati esclusi. E quindi favorire una piena trasformazione digitale dell’Italia e delle stessa Pa», dice Eugenio Prosperetti, avvocato esperto di diritto digitale.
L’accesso al Wi-Fi, si legge nei decreti, avverrà tramite il Sistema pubblico dell’identità digitale (Spid), le credenziali per accedere ai servizi online della Pa che stanno per essere fornite gratis ai cittadini da aziende come Tim, Poste Italiane e Infocert. Finora invece il modo più comune per accedere al Wi-Fi pubblico è stato tramite il numero di cellulare (ricevendo la password via sms). Una modalità che potrebbe restare in vigore per i cittadini stranieri, che non possono avere l’identità digitale pubblica.
Sulle scuole il governo sta già andando avanti. «A dicembre abbiamo chiuso il bando da 90 milioni di euro che porterà o potenzierà il Wi-Fi in 6 mila istituti », dice Donatella Solda-Kutzmann, della segreteria tecnica del ministero dell’Istruzione. Obiettivo, «già da questo anno scolastico, dare il Wi-Fi a tutte le scuole. Ci risulta che gli altri 2.300 (su un totale di 8.300) dovrebbero già averlo; ma per sicurezza abbiamo appena avviato un censimento, a proposito».
Anche Poste Italiane partecipa a questo progetto per “digitalizzare” gli italiani con il Wi-Fi: l’ha portato, a dicembre, in 900 uffici e conta di coprirli tutti entro dicembre 2017. Una data ricorrente, come si vede, nel progetto di trasformazione del Paese. Riparte con questi auspici, quindi, la strategia con cui l’Italia intende usare il Wi-Fi gratis come leva per diffondere Internet tra i cittadini. Aveva caratterizzato una certa stagione politica, dal 2013 al 2014, quando i protagonisti sono stati invece le amministrazioni locali. C’è stato un grande fiorire di reti di Regioni, Province e Comuni, poi unificate sotto il progetto Free Italia Wi-Fi (78 amministrazioni coinvolte). Esiste ancora, ma da un anno ha smesso di espandersi. L’unica eccezione, nel quadro delle amministrazioni locali, è il Comune di Milano, che ha sviluppato la propria rete in occasione dell’Expo, recuperando un ritardo che aveva accumulato rispetto alle altre grandi città italiane.
Repubblica – 30 gennaio 2016