La Regione Marche, con la delibera della giunta regionale n.1287 del 16 settembre, pubblicata sul Bur n.78 del 4 ottobre, adotta un modello dei Dipartimenti di Prevenzione coerente, in linea con i “livelli organizzativi essenziali” e rispettoso della necessaria autonomia organizzativa e funzionale di ciascuna struttura, della “complessità” di ognuna e della peculiarità di ogni disciplina specialistica, medica come veterinaria. Questo il commento ‘congiunto’ di Simevep e Siti alla Dgr che dispone la riorganizzazione dei Dipartimenti di prevenzione a seguito dei recenti accorpamenti che hanno determinato la nascita delle nuove “aree vaste”. In un comunicato a firma dei presidenti delle due società scientifiche, Aldo Grasselli e Michele Conversano, viene sottolineata la validità del modello adottato dalle Marche, soprattutto a fronte delle soluzioni organizzative “diversamente creative” di altre Regioni. Il testo della Dgr 1287/2013
Questo il testo del comunicato congiunto Simevep e Siti:
La Regione Marche, con D.G.R. n. 1287 del 16/9/2013 pubblicata sul B.U. regionale n. 78 del 4/10/2013, ha disposto la riorganizzazione dei Dipartimenti di Prevenzione a seguito dei recenti accorpamenti che hanno determinato la nascita della nuove “Aree Vaste”. Condivisione e plauso uniscono S.I.Me.Ve.P. e S.It.I. nel valutare la nuova regolamentazione regionale. Difatti, per i 5 Dipartimenti ora previsti nella Regione Marche (uno per ogni area vasta), in piena e corretta applicazione dei livelli minimi e basilari di organizzazione dettati dal legislatore nazionale (D.Lgs. 502/92, art. 7 quater, come rinnovellato dal D.L. 158/2012 convertito in Legge n.189/2012), possiamo finalmente leggere un modello dei Dipartimenti di Prevenzione coerente ed in linea con i menzionati “livelli organizzativi essenziali”, anche parimenti rispettoso della necessaria autonomia organizzativa e funzionale di ciascuna struttura, della complessità di ognuna (tutte infatti sono riconosciute come Strutture Complesse!) e della peculiarità di ogni disciplina specialistica, medica come veterinaria, seppure nell’alveo del necessario coordinamento; assicurato non già da altre fantasiose entità, ma dalla direzione dipartimentale cui è stato demandato fin dalle origini del Dipartimento tale esclusivo e rilevante compito.
Modelli organizzativi diversamente creativi, ove non garanti del “livello essenziale” dettato dalla norma nazionale sopra richiamata – così come altrove ipotizzati o perfino realizzati – minano in radice l’efficacia di ogni funzione propria dei Dipartimenti stessi ed in particolare tutte quelle legate alla tutela della Sicurezza Alimentare in cui talora si è preteso di subordinare la professionalità medica talaltra quella veterinaria. L’auspicio della S.I.Me.Ve.P. e della S.It.I. è dunque di poter vedere realizzato uniformemente nel Paese tale modello, quale minimo livello di organizzazione, da implementarsi secondo opportunità laddove la portanza e l’importanza delle funzioni a livello locale lo richiedano; senza tuttavia che a ciò corrisponda alcuna ulteriore riduzione della numerosità dei Dipartimenti di Prevenzione, dettata da eccessivi accorpamenti già operati ovunque nell’ultimo decennio quale applicazione di non più accettabili tagli lineari. A confronto con tutti gli altri settori del SSN la prevenzione primaria ha, infatti, già pagato il prezzo più alto in termini di riduzione e deformazione dei corretti livelli organizzativi.
Di fronte a ciò, dunque, si pone positivamente il modello testè definito dalla Regione Marche.
Il Presidente S.I.Me.Ve.P. – Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva – Aldo Grasselli
Il Presidente S.It.I. – Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica – Michele Conversano
30 ottobre 2013