Dopo il nuovo accordo tra Aran e sindacati del 25 maggio scorso che ha confermato la possibilità per i dipendenti pubblici in regime di Tfs di esercitare fino al 2020 l’opzione al Tfr, anche l’Inps con il messaggio 2642 del 14 giugno fornisce le istruzioni in proposito. L’articolo unico dell’accordo, stabilisce che il termine precedentemente prorogato al 31 dicembre 2015, è ulteriormente differito al 31 dicembre 2020. Con l’occasione l’Inps richiama le principali norme che disciplinano il passaggio dal trattamento di fine servizio (Tfs) al trattamento di fine rapporto (Tfr). La facoltà di chiedere la trasformazione del Tfs in Tfr è stata introdotta dall’art. 59, comma 56, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 al fine di favorire il processo di attuazione delle disposizioni in materia di previdenza complementare per i dipendenti pubblici. L’esercizio dell’opzione è stato disciplinato dall’art. 1 del Dpcm 20 dicembre 1999.
E si esercita mediante la sottoscrizione del modulo di adesione al fondo pensione ed è, pertanto, strettamente connessa e non separabile rispetto all’adesione stessa. Per effetto della suddetta proroga, i dipendenti pubblici che si trovano in regime previdenziale di TFS potranno esercitare, entro il 31 dicembre 2020, l’opzione per il TFR, al fine di iscriversi contestualmente al fondo di previdenza complementare negoziale che li riguarda.
L’accordo ha decorrenza dal 1° gennaio 2016 (punto 3 dell’articolo unico dell’accordo); ne consegue, pertanto, che conservano validità tutte le domande di lavoratori in TFS presentate dopo il 31 dicembre 2015 e prima della sottoscrizione dell’accordo sopra richiamato.
Per completezza d’informazione ol messaggio specifica, infine, che (punto 2 dell’articolo unico dell’accordo) le parti hanno assunto l’impegno di verificare, entro un anno dalla sottoscrizione, le disposizioni contrattuali di previdenza complementare nonché l’adeguatezza dei contenuti dell’accordo stesso.
15 giugno 2016