Nessuna risposta da parte di Luca Zaia all’ennesima richiesta di confronto inviata dai dipendenti regionali del settore Sanità e Sociale che protestano contro una proliferazione di figure professionali esterne.
Ieri, nel palazzo Grandi Stazioni a Venezia, si è svolta l’assemblea sindacale promossa da Cgil Fp (Funzione Pubblica), Cisl Fp, Uil FP, Csa, Diccap, Rsu Veneto. Il problema è che i 157 dipendenti della Regione si vedono, da un anno a questa parte, rimpiazzati da 190 esterni (dato di settembre 2012) che arrivano negli uffici, svolgono separatamente la loro mansione e, soprattutto, continuano a mantenere il proprio regime retributivo, spesso di maggior favore. I cosiddetti distaccati vengono chiamati dall’Ulss e, per i loro rimborsi, sono stati versati nel 2010 2 milioni di euro, nel 2011 2.6 e, nel 2012, 3.410.000 per un totale di circa 8 milioni in tre anni. I sindacati, come portavoce dei presenti, hanno scritto un’altra lettera a Zaia, chiedendogli di fare chiarezza e, soprattutto, di spiegare come mai i dipendenti che hanno sempre svolto determinate mansioni improvvisamente si vedono sostituiti e messi da parte. «A volte è necessaria una figura esterna – affermano Alessandro Biasioli della Cgil, Mario Ragno della Uil e Mariarosa Fabris dell’Rsu – ma 200 persone sono tante. Se ci sono dei dipendenti inadeguati che ci venga a spiegare dove sbagliano». Secondo il “Codice di comportamento per la tutela del lavoro”, approvato in Regione il 3 luglio 2012, questa situazione è assimilabile all’articolo 4 “Molestie sul luogo del lavoro” dove vengono elencati comportamenti discriminatori come la delegittimazione del lavoratore nelle sue mansioni e l’attribuzione di compiti dequalificanti in relazione al profilo professionale posseduto.
Il Mattino di Padova – 30 gennaio 2013