Emanuele Scarci. La crisi dei consumi colpisce a fondo. E il Consorzio del parmigiano reggiano corre ai ripari: decide di ritirare 90mila forme di produzione 2013 che rappresentano il 2,75% dell’intera produzione dell’anno scorso.
Si sperava che nel 2014 i consumi potessero riprendere quota, invece la domanda è rimasta debole e dall’inizio dell’anno le quotazioni sono scese di oltre 1 euro/Kg.
Dal Consorzio dicono che la misura varata dal consiglio di amministrazione punta a salvaguardare il reddito dei produttori, tutelando dalle crescenti difficoltà allevatori e caseifici.
«Questo primo provvedimento – spiega il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – é stato assunto a fronte di una produzione sostanzialmente stabile (da ottobre 2013 a maggio 2014 si registra, anzi, un calo pari a 3mila forme), di un export segnato da un buon trend (+4,8% nel primo trimestre 2014), ma da una situazione congiunturale pesante che interessa le vendite sul mercato interno, conseguenza della condizione generale particolarmente difficile per i consumi alimentari».
«A questo primo ed immediato intervento – prosegue Alai – seguirà il rilancio di azioni più strutturali, che vanno ad affiancare quei piani di regolazione dell’offerta che hanno già mostrato la loro incidenza sull’andamento della produzione». In particolare, il Consiglio del Consorzio del parmigiano reggiano rafforzerà le azioni promozionali per le vendite sul mercato interno sia attraverso la grande distribuzione che con le vendite dirette all’interno dei caseifici.
Il Sole 24 Ore – 28 giugno 2014