La Duma, il ramo basso del parlamento russo, ha approvato quasi all’unanimità in terza e ultima lettura la legge che vieta ai parlamentari e agli alti funzionari statali di avere conti e asset all’estero. Fanno eccezione i beni immobiliari. Il divieto è esteso ai consorti e ai figli minorenni. I trasgressori rischiano la perdita del mandato parlamentare o il licenziamento.
Nelle scorse settimane il leader del Cremlino Vladimir Putin aveva concesso tre mesi di tempo ai deputati e ai funzionari statali per chiudere i conti in Paesi stranieri e rimpatriarli. L’iniziativa rientra nella campagna anti corruzione del presidente. Il primo vicepremier Igor Shuvalov, che sovrintende al settore economico-finanziario, è stato il “papavero” numero uno della nuova nomenklatura russa ad annunciare l’intenzione di rimpatriare gli asset famigliari all’estero, ottemperando così all’aut aut di Putin.
Shuvalov e la moglie hanno cominciato a fine 2012 a trasferire i loro attivi concentrati nelle isole Vergini britanniche sotto forma di un blind trust denominato Severin. Alcuni parlamentari invece sono stati costretti alle dimissioni dopo che alcuni blogger, tra cui Navalni, avevano denunciato su internet i loro beni immobiliari all’estero non dichiarati al fisco.
ItaliaOggi – 26 aprile 2013