Il più bravo è Francesco Cobello, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Verona. Il punteggio meno alto è stato invece assegnato a Domenico Scibetta, dg dell’Usl 6 Euganea, la più grande del Veneto. Sono i due estremi delle pagelle compilate dalla giunta Zaia sul rendimento dei manager delle aziende sanitarie, che però andranno completate con i voti espressi — e non ancora resi noti — dalla commissione Sanità e, solo per le 9 Usl ma non per le Aziende ospedaliere di Padova e Verona e nemmeno per l’Istituto oncologico veneto, dalle Conferenze dei sindaci.
La Classifica 1158_AllegatoA_375977.pdf
I direttori generali sono soggetti a valutazione annuale in merito agli obiettivi loro assegnati da Palazzo Balbi e in relazione all’azienda specificamente gestita. Il punteggio assegnato si riferisce alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza (Lea) nel rispetto dei vincoli di bilancio, al rispetto della programmazione regionale e alla qualità ed efficacia dell’organizzazione dei servizi socio-sanitari sul territorio delle Usl. Per queste ultime il parere della giunta Zaia, che appura la garanzia dei Lea nel rispetto dei vincoli di bilancio, pesa per il 60% nella valutazione generale; il giudizio della commissione Sanità, che riguarda l’osservanza della programmazione regionale, pesa per il 20%; mentre il voto delle Conferenze dei sindaci, competenti a rilevare qualità ed efficacia dell’organizzazione dei servizi socio-sanitari sul territorio delle Usl, pesa per un altro 20%. I sindaci però non votano il rendimento dei dg delle due Aziende ospedaliere di Padova (Luciano Flor) e Verona (Cobello appunto), nè dello Iov (Patrizia Simionato), sulle cui pagelle pesa allora per l’80% la voce della giunta e per il 20% quella della commissione Sanità.
Ai direttori generali sono stati assegnati obiettivi e indicatori di performance. Inoltre al punteggio delle nuove Usl risultanti dall’incorporazione di precedenti, soppresse (nel 2016 la riforma votata dal Consiglio regionale le ha portate da 21 a 9), può essere aggiunto un bonus fino a un massimo di 60 punti per l’omogeneizzazione su tutto il territorio dell’offerta dei servizi sociosanitari e delle migliori modalità di accesso agli stessi in ambiti territoriali mutati. Ma è anche prevista una penalizzazione in caso di inadempimenti. Per il 2017, al quale le pagelle citate si riferiscono, gli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi assegnati ai manager sono considerati raggiunti in modo soddisfacente se viene conseguito un risultato totale di almeno 65 punti su 100 però riferiti alla globalità delle valutazioni espresse da giunta, commissione Sanità e Conferenze dei sindaci.
I primi giudizi arrivano dunque dalla giunta Zaia, che premia l’Azienda ospedaliero-universitaria di Verona con 74,90 punti su un massimo di 80. «E’ il risultato di un lavoro di squadra — dice Cobello — lo condivido con la direzione strategica e con tutto il personale, medico, del comparto e amministrativo. Probabilmente hanno avuto un peso importante il riequilibrio di bilancio, dal 2014 a oggi salito da un passivo di 10/15 milioni a un attivo di 13,5 milioni, reinvestiti in tecnologia all’avanguardia; il soddisfacimento delle liste d’attesa nella percentuale del 90% e la capacità di attrarre pazienti da altre regioni. In particolare da Trentino, Lombardia ed Emilia. Una mobilità attiva che vale 60 milioni di euro in entrata».
Dall’altra parte della graduatoria Scibetta, che ha preso 47,20 punti su 60. «Non è una classifica di merito — precisa il dg dell’Usl di Padova — è un denominatore comune che va contestualizzato nell’ambito di funzioni amministrativo-burocratiche e tenendo in considerazione la complessità dell’azienda. Non è una gara e l’importante è che tutti abbiamo garantito i Lea (le prestazioni al cittadino tramite ticket, ndr )». «Noi dobbiamo ancora esprimerci, ma quest’anno il nostro voto vale 20 punti, non più 5 — rivela Fabrizio Boron, presidente della commissione Sanità —. E’ la prima valutazione delle nuove Usl, i dg con i voti più bassi devono essere aiutati dalla Regione a cambiare marcia, nell’interesse della qualità dell’intero Sistema sanitario veneto. E’ chiaro che i manager delle Usl più grandi incontrino maggiori difficoltà a centrare gli obiettivi».
Intanto una prima boccata d’ossigeno arriva dalla Crite, la Commissione regionale per l’investimento in tecnologia ed edilizia, che ha distribuito un totale di 16,9 milioni alle aziende per una serie di interventi. Spiccano il milione e mezzo all’Azienda ospedaliera di Padova per servizi di neurostimolazione ai malati di Parkinson e di epilessia e i 350mila euro concessi all’Usl 1 Dolomiti per l’acquisto di due ambulanze e di altri 16 veicoli .
Corriere del Veneto