A metà dicembre è stata presentata una nuova iniziativa di una nota catena di supermercati: in 334 negozi del gruppo i clienti possono già portare con sé cani e gatti in appositi carrelli. C’è chi chiede di estendere questa opportunità. E chi la ritiene un rischio per l’igiene e la sicurezza alimentare. Il settimanale Donna moderna ha deciso di interpellare i propri lettori: è giusto far entrare i cani al supermercato? Il sondaggio online, nonostante l’accresciuta sensibilità degli italiani ai “diritti” dei pet, ha “bocciato” l’iniziativa: ben il 70% di chi ha partecipato è contrario all’ingresso degli animali nei super, soprattutto per ragioni igieniche, mentre il 30% è favorevole e la vive come una bella opportunità. Nel presentare i risultati Isabella Colombo mette a confronto l’opinione di due esperti, Antonio Sorice, presidente della Società italiana di medicina veterinaria preventiva, e Giorgio Palù, docente all’università di Padova e presidente della Società europea di virologia.
Possibilista il primo, pur con una serie di paletti e all’interno di precise regole igienico-sanitarie, decisamente contrario il secondo. «Fare la spesa insieme a cani e gatti facilita la vita a quanti non possono lasciarli in casa da soli – spiega Sorice -. Non ci sono controindicazioni al loro ingresso in un supermercato, purché siano abituati a stare in ambienti pubblici e a contatto con persone e altri animali: un negozio, con i suoi odori, profumi e colori è ricco di stimoli e solo i cuccioli addestrati sono gestibili». Certo, aggiunge il presidente Simevep, occorre garantire che gli animali siano sani. «Tutti i pet devono essere vaccinati e avere guinzaglio e museruola – osserva – un obbligo che, seppur previsto dalla normativa nazionale, potrebbe variare in base ai regolamenti comunali. Inoltre, ai punti vendita toccherà fare la loro parte: controllare gli accessi e verificare che ogni animale sia in buone condizioni di salute, come già si fa negli ospedali dove è permesso l’accesso ai cani e viene richiesta la presentazione del libretto delle vaccinazioni e di altre certificazioni veterinarie».
Netta contrarietà di Palù. «L’ingresso a cani e gatti nei luoghi dove si produce o si conserva il cibo, come i supermercati, è vietato per motivi igienici. E a ragione – dice -. È vero, le malattie trasmesse agli uomini sono rare, ma gli animali possono essere veicolo di batteri e parassiti, con il rischio di infettare ciò che mangiamo e quindi anche noi». Insomma secondo il virologo esiste un serio pericolo di contaminazioni. «Frutta e verdura sono particolarmente esposte – afferma – perché vengono vendute sfuse e sistemate ad “altezza cane”. Gli altri alimenti sono protetti e in genere confezionati, oppure, come per carne, pesce e gastronomia, riparati da un vetro. Tutto ciò riduce il rischio di contaminazioni, ma non lo elimina del tutto. Dunque sarebbe preferibile prevedere aree appositamente attrezzate all’ingresso dei supermercati in cui gli animali aspettino i loro padroni».
Tratto da Donna Moderna – 4 febbraio 2016