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E ora il governatore mette in vendita palazzo Balbi. Costi della politica, il piano dei tagli: «I consiglieri dovranno timbrare il cartellino»

Questa volta il colpo di teatro è un colpo di mercato. A mettere l’annuncio è Luca Zaia, inquilino di Palazzo Balbi per gli ultimi cinque anni e, in caso di conferma per altrettanti, determinato a vendere casa e traslocare altrove. La cessione del cinquecentesco stabile affacciato sul Canal Grande chiude infatti la sezione «Scelgo una Regione efficiente e trasparente», capitolo introduttivo ad un piano che ha la velleità di essere attuato paro paro: «Non è un programma elettorale, ma di governo. E l’ho scritto io».

Una premessa necessaria, per scodellare agli elettori (e far digerire agli eletti) un boccone tanto invitante per il palato del popolo, quanto pesante per lo stomaco della casta. Il grosso dell’impegno preso da Zaia consiste infatti in un robusto taglio ai costi della politica («ma vorrò proprio vedere chi avrà il coraggio di votare contro»). Per esempio: «Elimineremo l’assegno di fine mandato». Oppure: «Elimineremo i vitalizi, di qualsiasi tipo. Quindi quelli in corso saranno ricalcolati secondo il metodo contributivo e come Lega siamo pronti a sostenere la maggioranza in parlamento per dare copertura costituzionale ai provvedimenti retroattivi, perché prevedo già la reazione degli ex, considerati gli ottanta ricorsi tuttora pendenti. Ma credo che la Regione non sia un ente previdenziale, per cui chi vuole potrà destinare i propri guadagni a qualche polizza privata». E poi: «Elimineremo l’indennità di funzione ai consiglieri regionali», il che significa che lo stipendio-extra sarà accordato solo ai presidenti di giunta e consiglio, mentre la guida di commissioni e gruppi dovrà essere considerata un puro onore per il singolo prescelto, senza oneri aggiuntivi per la collettività. O ancora: «Anche i consiglieri regionali timbreranno il cartellino. Ogni assenza ingiustificata comporterà una riduzione del loro stipendio. Pubblicheremo ogni sei mesi presenze e produttività. Elimineremo le auto blu. Fatti salvi i compensi del personale e le dotazioni strumentali, azzereremo i finanziamenti ai gruppi consiliari, di cui impediremo l’eccessiva proliferazione, magari obbligando chi cambia casacca a stare nel misto. Istituiremo il fascicolo privato, a disposizione della magistratura, in cui il singolo consigliere potrà autocertificare possibili conflitti di interesse o fatti personali di rilievo».

E via di questo passo, fino al ventesimo punto di venti, uno di quegli ultimi che promettono però di essere i primi, se non altro per gli appetiti degli immobiliaristi. «Venderemo il patrimonio regionale – annuncia Zaia – dunque non solo le proprietà già sul mercato per un valore di un centinaio di milioni, ma anche il Balbi, che da solo può fruttarne 30 o 40. Per risparmiare ulteriormente sui costi raggrupperemo tutti gli uffici regionali in un’unica sede, magari al Grandi Stazioni, che è già nostro». Dalla distanza Alessandra Moretti punge il suo diretto avversario: «Ormai inventa cose, come quegli studenti somari, disperati perché sanno che stanno per essere bocciati». Ma il leghista già sogna «un’asta all’americana, con i rialzi prima in su e poi in giù, così in mezza giornata vendiamo tutto».

Il Corriere del Veneto – 13 maggio 2015 

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