Morto in Ghana un americano sospettato di aver contratto il virus: il test sarà ripetuto. È salito a 518 il numero di morti causati dal virus di Ebola in Guinea, Liberia e Sierra Leone: tra il 3 e il 6 luglio 50 nuovi casi, di cui 25 mortali, sono stati segnalati dai Ministeri della Salute dei tre Paesi dell’Africa occidentale, portando il numero totale di contagi dallo scoppio dell’epidemia a 844, di cui 518 mortali.
I dati – diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità – includono i casi sospetti, probabili e confermati in laboratorio. Dei 50 nuovi casi, 16 sono stati segnalati in Liberia (9 morti), 34 in Sierra Leone (14 morti), mentre in Guinea non sono stati registrati nuovi casi negli ultimi sette giorni ma ci sono stati due decessi. «Questi numeri indicano che la trasmissione virale attiva continua nella comunità» fa sapere l’Oms. La settimana scorsa i ministri di 11 Paesi si sono riuniti ad Accra, nel Ghana, per approvare una strategia di lotta.
Morto americano in Ghana
E proprio in Ghana, è morto un cittadino americano sospettato di essere il primo caso di Ebola nel Paese. Era ricoverato nella clinica Nyaho di Accra. Dopo essere stato in Guinea e Sierra Leone, l’uomo si è ammalato. I test del virus Ebola erano risultati negativi ma, secondo fonti mediche, probabilmente era stato utilizzante un reagente sbagliato e quindi il dubbio sulle cause della sua morte non è stato chiarito. Il test verrà ripetuto e ulteriori esami saranno effettuati ad Atlanta, negli Usa. Intanto il Ghana – le cui autorità sanitarie sono in stato di massima allerta – ha adottato nuove regole per l’immigrazione contro l’espandersi del virus: l’obiettivo è quello di contenere l’ingresso di migranti dai Paesi a rischio. Sono state create zone per la quarantena nei porti e negli aeroporti. Ecco l’ultimo bilancio ufficiale dell’epidemia: in Guinea: 408 contagiati (294 confermati, 96 probabili e 18 sospetti) e 307 decessi (195 confermate, 96 probabili e 16 sospetti); in Liberia 131 casi (63 confermati, 30 probabili e 38 sospetti) e 84 decessi (41 confermati, 28 probabili e 15 sospetti); in Sierra Leone 305 casi (269 confermati, 34 probabili e 2 sospetti) e 127 decessi (114 confermate, 11 probabili, e 2 sospetti).
Impegno comune
Durante la riunione di emergenza in Ghana, i ministri della Sanità di 11 Paesi dell’Africa occidentale hanno promesso maggiore collaborazione per combattere quello che è diventato il fenomeno sanitario più pericoloso al mondo. L’Oms creerà un centro di controllo sub-regionale in Guinea per il coordinamento e il supporto tecnico. La strategia che è stata messa a punto punta a educare le persone, piuttosto che a chiudere le frontiere. Alcune pratiche culturali e credenze tradizionali hanno infatti ostacolato l’implementazione delle misure di sanità pubblica, contribuendo alla diffusione della malattia. In alcuni casi, le folle hanno attaccato gli operatori sanitari costringendo i centri di emergenza a chiudere. L’Oms ha già inviato più di 150 esperti in Africa occidentale negli ultimi mesi per cercare di contenere l’epidemia, ma secondo gli esperti è necessario un impegno politico da parte degli Stati della regione coinvolta per garantire che il focolaio venga annientato.
Corriere.it – 10 luglio 2014