Staff incompetente, nomine politiche in Africa e burocrazia. Un mix “fatale” che ha impedito all’Organizzazione Mondiale della Sanità di cogliere la «tempesta perfetta che stava arrivando». È un documento interno all’Oms trapelato alla stampa a gettare ombre e alimentare dubbi sulla risposta a livello internazionale al virus dell’Ebola, che – denuncia la ong Oxfam – può diventare «disastro umanitario della nostra generazione».
L’ospedale di Dallas fa «mea culpa»
Una risposta non adeguata anche negli Stati Uniti, dove l’ospedale di Dallas del “paziente zero” fa «mea culpa»: in una lettera aperta chiede scusa, ammette carenze e si impegna a standard più rigidi. «Nonostante le migliori intenzioni non siamo riusciti a rispettare gli elevati standard che sono il fulcro della storia dell’ospedale e della sua missione» scrive Barclays Berdan, l’amministratore delegato di Texas Health Resources, la società no profit alla quale fa capo il Texas Health Presbyterian Hospital.
Gli errori e le ammissioni alimentano la psicosi nonostante le rassicurazioni pubbliche. Ad Anthony Fauci, il responsabile dell’istituto americano per le malattie infettive, è toccato domenica alternarsi in tutti i dibattiti televisivi: «i rischi per il pubblico sono estremamente bassi – ha rassicurato -. La maggiore preoccupazione è per il personale medico».
Ma le parole non sembrano spazzare via i timori: mentre il presidente americano Barack Obama si appresta a chiedere nuovi fondi al Congresso per combattere l’Ebola in Africa e i ministri degli esteri europei si apprestano a riunirsi lunedì, la nave da crociera “Carnival Magic” rientra in Texas dopo essere stata rifiutata da Messico e Belize per avere a bordo un tecnico dell’ospedale di Dallas venuto a contatto con i test del “paziente zero”. I controlli effettuati sulla nave sono risultati negativi.
È però la bozza del documento interno dell’Oms quella destinata a creare le maggiori polemiche. L’organizzazione cerca di smorzare i toni del documento invitando ad attendere la versione definitiva. Ma quanto trapelato non lascia adito a dubbi: «quasi tutti quelli coinvolti non hanno visto che una tempesta perfetta si stava preparando, pronta a esplodere in tutta la sua forza». E questo è in parte colpa della burocrazia interna all’Oms: gli uffici in prima linea dell’organizzazione, quelli nell’Africa Occidentale, sono guidati da persone «nominate per motivi politici» dal diretto dell’Oms in Africa, Louis Sambo.
D’accordo sugli errori commessi dall’Oms è Peter Piot, uno dei virologi che ha scoperto il virus. «L’ufficio dell’Oms in Africa era in prima linea. Non hanno fatto nulla. L’ufficio è incompetente» afferma Piot, ammettendo di non aver mai pensato che l’Ebola potesse divenire un’epidemia. La crisi era «evitabile».
Negli Usa arriva squadra militare per eventuale emergenza
Una squadra militare medica per aiutare nel caso ci fossero nuovi casi di Ebola negli Usa. A ordinare la creazione di un’equipe specializzata è il segretario alla Difesa americano, Chuck Hagel. La squadra sarà composta da 30 persone che saranno addestrate per aiutare medici e infermieri civili nel caso ce ne fosse bisogno.L’addestramento inizierà in una decina di giorni e ne faranno parte 20 infermiere militari, 5medici militari specializzati in malattie infettive e 5 istruttori in protocolli per malattie infettive.
Il Sole 24 Ore – 20 ottobre 2014