Il terribile virus Ebola comincia a far paura anche oltre i confini dell’Africa. Negli Stati Uniti salgono infatti a quattro i ricoveri a causa del virus che scatena febbre emorragica. Ci sono infatti due casi sospetti, entrambi: un uomo in isolamento nell’ospedale Mount Sinai di Manhattan e una donna ricoverata in un ospedale di Columbus, nell’Ohio, entrambi reduci da viaggi nell’Africa occidentale. A questi si aggiungono i due ricoverati all’ospedale della Emory University di Atlanta, che sono stati contagiati dal terribile virus in Liberia dove si trovavano per ragioni umanitarie: si tratta infatti del medico Kent. Brantly, giunto nei giorni scorsi ad Atlanta con un volo speciale, e di Nancy Writebol, la missionaria americana che in queste ore è arrivata negli Usa per essere trasportata nello stesso ospedale della città georgiana.
Le condizioni dei due malati sarebbero migliorate dopo essere stati sottoposti a un trattamento sperimentale, spedito appositamente per loro dagli Stati Uniti, ma molti esperti hanno invitato alla cautela sull’efficacia del farmaco.
C’è anche un caso sospetto di Ebola in Arabia Saudita. Tornato dalla Sierra Leone, è stato ricoverato in un ospedale di Gedda, secondo quanto ha reso noto il Ministero della Sanità saudita. Dall’aprile scorso le autorità di Riyadh hanno deciso di vietare il visto di espatrio verso Liberia, Nuova Guinea e Sierra Leone, i Paesi più colpiti dall’epidemia dell’Ebola, a cui si è recentemente aggiunta anche la Nigeria.
Si può dunque parlare di una vera e propria emergenza internazionale? La risposta arriverà dal summit dell’Organizzazione mondiale della Sanità, oggi a Ginevra. Il Comitato di Emergenza istituito dall’Oms dovrà infatti decidere se inserire la malattia nella lista delle «emergenze di salute pubblica di livello internazionale». «Se il comitato riterrà necessario dichiararlo – spiega il comunicato dell’agenzia Onu – saranno raccomandate misure aggiuntive per ridurre i rischi di diffusione». Per il Centro Europeo di Controllo delle Malattie, che ieri ha appena pubblicato il suo “risk assessment” sul virus, il rischio che Ebola arrivi in Europa è «molto basso». «Anche per chi viaggia o risiede nei paesi colpiti è molto basso – scrivono gli esperti europei – a patto che seguano alcune precauzioni elementari».
Allerta in Germania, lo scalo di Francoforte isolerà casi sospetti con «semaforo»
Intanto, la Germania già si prepara a fronteggiare un’eventuale emergenza, prendendo misure di precauzione fra l’altro all’aeroporto di Francoforte, per isolare eventuali passeggeri infetti: contro Ebola si userà il sistema di segnalazione del “semaforo”. Mentre il governo tedesco ha stanziato un milione e mezzo di euro per combattere il virus. Si tratta di risorse con cui il ministero dello Sviluppo, a Berlino, intende sostenere progetti dell’Oms nelle regioni colpite, è stato spiegato. Da giorni lo sviluppo del contagio nell’Africa occidentale viene seguito con grande attenzione anche sul suolo tedesco: fino a ieri, infatti, Ebola era un po’ più lontano, data la mancanza di voli diretti nei paesi colpiti dal contagio.
Con i casi segnalati in Nigeria, la situazione cambia: sono quotidiani i voli Lufthansa da e per Laos e Abuja, che coinvolgono lo scalo di Francoforte. Gli esperti ritengono che le possibilità di un contagio, in aereo, siano limitatissime. I casi sospetti di passeggeri affetti dal virus verrebbero comunque segnalati con un puntino rosso e in linea con le prescrizioni dell’Oms. Chi avesse viaggiato accanto a un passeggero affetto da Ebola o sospettato di esserlo, sarebbe segnalato con un puntino giallo, e messo in quarantena. «Monitoriamo la situazione con attenzione, ma non programmiamo alcun cambiamento, al momento, nella nostra offerta», spiega un portavoce della compagnia di volo tedesca.
British Airways sospede in voli per Sierra Leone e Liberia
Invece British Airways ha sospeso i voli per la Sierra Leone e la Liberia, due paesi africani i cui si è diffuso con grande rapidità il virus Ebola. La decisione sarà mantenuta almeno fino al 31 agosto, quando sarà fatto un nuovo punto della situazione. «La sicurezza dei nostri clienti, dell’equipaggio e dei team e terra e’ la nostra costante priorità», ha fatto sapere attraverso un comunicato la compagnia, che normalmente opera quattro voli settimanali tra Heathrow e Freetown e tra la capitale britannica e Monrovia.
Dalla Banca Mondiale 200 milioni per l’emergenza in Africa
Dopo gli ultimo casi in Nigeria, in Africa sale il livello di allarme Ebola, tanto che la Banca mondiale ha deciso di stanziare 200 milioni di dollari di fondi per l’emergenza nei paesi colpiti. Il presidente del gruppo, Jim Yong Kim, medico esperto nel trattamento delle malattie infettive, ha precisato che «il nuovo finanziamento è una risposta ai paesi africani più colpiti dal virus Ebola e all’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per incrementare l’assistenza sanitaria alla popolazione».
Oltre 1600 casi, quasi 900 vittime
In totale Secondo l’Oms, dal 31 luglio al 4 agosto, nei tre Paesi in cui si è diffuso il virus, Guinea, Liberia e Sierra Leone sono stati registrati 163 nuovi casi e 61 morti. In Guinea, 13 nuovi casi e 12 decessi ; in Liberia, 77 e 28 morti; in Nigeria, 1 caso e nessuna vittima; in Sierra Leone, 72 nuovi casi e 21 decessi.
Il governo di Ankara sconsiglia viaggi nei paesi colpiti
Dato l’aggravarsi della situazione sanitaria legata all’epidemia di Ebola il ministero degli Esteri della Turchia invita i propri cittadini alla «massima cautela» in caso di viaggi in Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria. In una nota il ministero precisa che «poiché in questi Paesi si sono registrati casi di Ebola» si teme che «l’epidemia si diffonda a livello regionale». Le autorità di Ankara raccomandano anche ai cittadini turchi di evitare luoghi affollati e sconsigliano il consumo di prodotti di origine animale.
Il ministro Lorenzin “Nel nostro Paese non ci sono pericoli di contagio”
Nessun allarme Ebola in Italia. «Siamo tranquilli, non è il caso che si diffonda alcuna forma di psicosi». A tranquillizzare gli italiani riguardo la diffusione del virus Ebola in Italia, è stato ieri a Roma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a margine della presentazione del nuovo Patto per la salute 2014-2016. «Le istituzioni sanitarie e le forze dell’ordine — ha aggiunto il ministro — hanno attivato sistemi di allerta in porti e aeroporti in tutti i paesi occidentali, e l’Italia è stata tra i primi. È importante inoltre che gli italiani sappiano che a bordo delle navi che soccorrono i barconi dei migranti ci sono medici che effettuano un primo screening. Quindi, ammesso che qualcuno infettato dal virus riesca ad affrontare il viaggio e a raggiungere le coste italiane verrebbe individuato immediatamente, prima dello sbarco».
6 agosto 2014 (Il Sole 24 Ore)