Valorizzare l’eccedenza per prevenire lo spreco. Attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera agroalimentare italiana. A partire dai produttori e i distributori fino alle food banks e agli enti caritativi.
La strada verso la riduzione della dispersione degli alimenti passa da un insieme di pratiche virtuose, che per essere messe a regime necessitano tanto dell’impegno dei singoli quanto dell’appoggio delle istituzioni. Il Politecnico di Milano e la Fondazione per la sussidiarietà, in collaborazione con Nielsen Italia, dopo aver quantificato lo stock di beni alimentari che viene prodotto nel paese ma che per diverse ragioni rimane escluso dal circolo del consumo finendo così per essere buttato, hanno individuato le principali criticità del sistema e i punti su cui è possibile intervenire.
Cibo sprecato ed eccedenza alimentare. Come testimoniano i dati raccolti dall’indagine, ogni anno in Italia vengono buttati 5,5 milioni di tonnellate di cibo, per un importo pari a 12,3 miliardi di euro. I soli consumatori ne sprecano oltre 2,5 milioni di tonnellate (il 45% del totale), per un valore economico di 6,9 miliardi di euro. Significa che ogni singolo consumatore in un anno sciupa 42 kg di alimenti, pari a una spesa di 117 euro; un importo che sale a 300 euro per una famiglia di medie dimensioni (tre componenti), pari circa all’8% della spesa.
ItaliaOggi – 19 giugno 2012