Breaking news

Sei in:

Ecco il Salone del gusto. “Daremo anima all’Expo”. Presentata l’edizione 2014, Carlo Petrini attacca l’evento milanese

«Siamo circondati da una diffusa pornografia alimentare. Siamo circondati da MasterChef e altre trasmissioni gastronomiche in tutte le tv, ma il diritto al piacere è per tutti e non solo per chi ha soldi».

Carlin Petrini non fa parte delle «munie quacie», gatte morte tradotto dal piemontese, e le cose che non vanno le dice in faccia, senza giri di parole. Prendere o lasciare. Vale anche per Giuseppe Sala, ieri a Torino per la presentazione dell’edizione numero 10 del Salone del Gusto e di Terra Madre. È il numero uno dell’Expo 2015 da Petrini si sente dire che la sua è «un’esposizione senz’anima».

L’anima, per dirla con il presidente internazionale di Slow Food, è all’origine della storia del Salone del gusto: «Non dimentichiamoci che le tematiche al centro dell’Expo sono nate qui a Torino, quando non c’era coscienza che dietro il lavoro umile di pescatori, contadini e artigiani ci fosse un elemento chiave per l’economia reale e per la storia del mondo». Ma l’anima poi si è smarrita e ora fatica a ritrovarsi. Secondo Petrini, «l’Expo 2015 si è trasformato in un evento che non ha nulla a che fare con il cibo, con la nutrizione e con il Pianeta».

Prima della presentazione, però, Sala aveva parlato a lungo con Petrini e i suoi collaboratori e, forse solo a grandi linee, sapeva che l’affondo sarebbe arrivato. Così incassa le critiche e ottiene una riunione operativa con Slow Food, fissata per oggi. E poi spiega: «È chiaro che molti dei contenuti li daranno i Paesi partecipanti. La nostra scommessa è mettere insieme Slow Food e l’idea originale di Petrini con gli americani e il loro padiglione, la Coca Cola e la rappresentazione che sarà data da Padiglione Italia». E aggiunge: «Noi pensiamo all’Expo come a una piattaforma aperta a tutti. Poi sarà la gente a scegliere».

Il numero uno di Expo chiede la collaborazione di tutti. Petrini ci sta, ma avverte: «Expo deve metterci l’anima, altrimenti non serve al Paese». E metterci l’anima «vuole dire partire dal principio che il diritto al cibo è di tutti, il principio che sta alla base di Terra Madre. Noi che abbiamo a cuore Expo siamo anche critici perché lì è pieno di munie quacie che dicono: “Tutto va bene, tutto è pronto” e poi fanno altro, mentre l’asso di picche è qui, Terra Madre, e Terra Madre starà dentro l’Expo se riuscirà a darle quell’anima che oggi non ha».

Dunque, si riparte da Torino, dai mille espositori che arrivano da oltre 100 Paesi e dalle comunità del cibo: «In fondo – ragiona Petrini – la situazione era peggiore quando non c’era la pornografia alimentare. Ora però dobbiamo fare in modo che questa ricchezza non rimanga in mano ai commercianti».

La Stampa – 10 giugno 2014 

site created by electrisheeps.com - web design & web marketing

Back to Top