Il nuovo coronavirus mostra “importanti differenze” da quello della Sars. Uno studio appena pubblicato su The Lancet ha fornito per la prima volta una descrizione clinica della nuova Sars. Ecco la differenza della nuova malattia e come, dove e quanto il virus circola attraverso il nostro corpo. Un’importante studio è appena stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases, e fornisce per la prima volta un completo profilo virale con relativa descrizione clinica della nuova Sars, o Mers-CoV coronavirus, che ha già fatto diverse vittime nel mondo e che l’OMS ha definito una potenziale pandemia. Il professor Christian Drosten e colleghi hanno condotto uno studio su un uomo di 73 anni, di Abu Dhabi, che è morto a Monaco di Baviera nel mese di aprile 2013, dopo aver contratto la Mers-CoV poche settimane prima.
Allo stato attuale esistono pochi dati clinici completi sul nuovo virus; questo è solo il quinto paziente di cui la progressione e le caratteristiche del virus sono stati descritti in una rivista medica.
Ricoverato presso l’ospedale di Abu Dhabi, il paziente è stato curato 2 giorni dopo lo sviluppo dei sintomi – che sono simil-influenzali – per una polmonite. Qui ha ricevuto un trattamento a base di antibiotici e la ventilazione artificiale. Giunto al dodicesimo giorno di malattia, visto l’insuccesso delle cure e il peggioramento delle condizioni cliniche, il paziente è stato trasportato in ospedale a Monaco di Baviera. Infine, dopo aver sperimentato un ulteriore peggioramento dei sintomi respiratori e insufficienza renale, 18 giorni dopo il manifestarsi della malattia, il paziente è morto.
In seguito al ricovero nell’ospedale di Monaco di Baviera, i ricercatori hanno misurato regolarmente la carica virale nel paziente. Questa carica virale è stata trovata essere più alta nel tratto respiratorio inferiore, mentre una presenza virale più bassa, ma rilevabile, è stata trovata anche in campioni di urine e feci, ma non nel sangue del paziente.
La presenza del virus nelle urine può indicare che questi è in grado di replicarsi nei reni, e può anche spiegare il perché di un’insufficienza renale.
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che gli antibiotici prescritti nelle fasi iniziali della malattia del paziente possono avere influenzato anche la funzione renale, così ulteriori ricerche saranno necessarie per stabilire dove e come il virus si riproduce nel corpo dopo l’infezione.
Basse concentrazioni di virus in campioni di feci, poi, suggeriscono anche una differenza fondamentale tra il modo in cui il nuovo virus circola nel corpo rispetto alla sindrome respiratoria acuta grave (o SARS), che tendeva a essere scoperto in alte concentrazioni nelle feci.
Sapere di più su dove e come circola il virus potrà avere implicazioni importanti per la diagnosi e il controllo delle infezioni, sottolineano gli autori.
«I dati di laboratorio come questi sono fondamentali per raggiungere raccomandazioni per la diagnostica, fare proiezioni sulla prognosi del paziente, così come per stimare i rischi di infezione – spiega il professor Christian Drosten, autore principale dello studio – In assenza di dati qualitativi di laboratorio e casi ben documentati sulla Mers, la maggior parte di queste considerazioni sono state realizzate fino a ora su di una analogia assunta dalla Sars. Tuttavia, stiamo ora scoprendo che certi tratti elementari del virus della Mers sembrano essere diversi da quelli della Sars».
«Con solo cinque sequenze genomiche complete finora disponibili vi è un urgente bisogno di più dati genetici per rivelare la distribuzione spaziale e temporale di questi casi, stimare il numero di catene umane indipendenti di trasmissione, e quindi valutare meglio la minaccia che questo virus rappresenta per la salute mondiale», conclude il professor Clemens-Martin Wendtner, coautore dello studio.
La Stampa – 18 giugno 2013