Claudio Baccarin. Il senatore del Carroccio Paolo Arrigoni non ha partecipato ieri al voto della commissione parlamentare sulle ecomafie che ha approvato la relazione si ciclo dei rifiuti in Veneto. L’esponente della Lega Nord non se l’è sentita di prendere posizione su un documento che, se da un lato esprime soddisfazione per i risultati raggiunti in ordine alla raccolta differenziata, dall’altro punta il dito su alcune criticità, in primis sulla presenza nell’area del Vicentino delle sostanze perfluoroalchiliche.
Nella relazione i commissari, Alessandro Bratti del Pd, Alberto Zolezzi del M5S e Miriam Cominelli del Pd prendono le distanze, per ben due volte (alle pagine 242 e 283), da «una decisione, quella dell’archiviazione, che desta molte perplessità». L’archiviazione è quella che fa riferimento alla denuncia, sulla contaminazione della falda da parte della Miteni spa, che l’8 luglio 2013 era stata presentata dall’Arpav alla Procura della Repubblica di Vicenza e, per conoscenza, alle Procure della Repubblica di Verona e Padova.
All’epoca l’Arpav riteneva che «l’incidenza della contaminazione provocata sul corso d’acqua Fratta-Gorzone a Cologna Véneta è prevalentemente dovuta alla rilevante presenza di sostanze perfluoro-alchiliche nello scarico industriale della ditta Miteni, allacciata all’impianto di depurazione di Trissino, che contribuisce per il 96,989 per cento all’apporto totale Pfas scaricato nel Fratta-Gorzone».
Come si ricorderà, il procedimento, incardinato presso la Procura della Repubblica di Vicenza, è stato archiviato in data 25 luglio 2014. Intanto, però, scrive ancora la commissione parlamentare sulle ecomafie, «il problema dell’inquinamento da Pfas è particolarmente grave ed esteso» e «appaiono urgenti e necessari gli interventi di bonifica sulla falda idrica, da cui si origina l’inquinamento, cioè presso lo stabilimento della Miteni». La commissione Bratti “bacchetta” anche l’assessore veneto Gianpaolo Bottacin: «Non appaiono convincenti le affermazioni rese dall’assessore all’Ambiente il quale, nel corso dell’audizione del 10 maggio 2016, ha riferito che la Regione non può intervenire sugli scarichi delle sostanze considerate inquinanti pericolosi».
Forse è anche questa una delle ragioni che hanno indotto il senatore leghista Arrigoni a non partecipare alla votazione finale. «In 439 pagine – afferma la senatrice del Pd Laura Puppato – i relatori Bratti, Cominelli e Zolezzi fotografano per il Veneto una situazione di luci e ombre: la Regione è cima alla classifica nazionale per la raccolta differenziata e l’impiantistica dedicata a riciclo e smaltimento, ma vive anche da 15 anni in assenza di politiche ambientali e situazioni di malaffare, che hanno coinvolto la giunta proprio su rifiuti e inquinamento. Ora Zaia non ha davvero più alibi». (Il Mattinodi Padova – 24 giugno 2016)
Emergenza Pfas. Ambientalisti a Roma: «Lo Stato deve attivarsi». Audizione in commissione Ecomafie sull’inquinamento dell’acqua in Veneto
Luca Fiorin. L’emergenza «Pfas» è tornata al centro dell’attenzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlate – la cosiddetta «commissione ecomafie» – grazie alla «deposizione» degli ambientalisti. Mercoledì scorso, infatti, sono stati sentiti in Parlamento – in merito alla dibattuta contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche che sta interessando le acque superficiali e di falda di un ampio territorio che comprende il Basso Veronese, il Basso Vicentino ed il Basso Padovano. I rappresentanti del mondo «No-Pfas» avevano chiesto di poter dire la loro sull’emergenza in atto e sugli effetti Tirapelle, Lazzaro e Boscagin hanno rimarcato la necessità di adottare limiti, spostare le fonti e di perseguire i responsabili che essa può avere su un grande numero di cittadini dell’area contaminata. I numeri ufficiali parlano di circa 250mila persone esposte all’inquinamento, di cui HOmila saranno oggetto di controlli sanitari generalizzati. Quindi, per prima cosa, i portavoce di associazioni e comitati hanno presentato le proposte per le quali stanno raccogliendo firme di sostegno fra la popolazione. La prima riguarda il fatto che attualmente non esistono limiti imposti dalla legge e, pertanto, chiedono l’adozione di parametri ufficiali improntati al criterio di massima precauzione per le acque potabili, quelle dei pozzi privati, di falda e superficiali. Alla commissione, inoltre, gli ambientalisti hanno fatto notare la necessità che nel territorio inquinato da sostanze perfluoro-alchiliche le fonti di approvvigionamento degli acquedotti contaminati vengano sostituite, individuando quanto prima tempi, modalità e risorse economiche per attuare gli interventi necessari. Interventi per i quali c’è peraltro la disponibilità degli enti gestori del servizio. «Il miliardo di euro annunciato dal presidente regionale Luca Zaia per il biomonitoraggio sulla popolazione va speso in maniera molto oculata, in modo da recuperare risorse per il trasferimento delle fonti di approvvigionamento degli acquedotti, senza gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini», ha affermato Lazzaro al termine dell’incontro. Se il tema di fondo resta l’applicazione del principio secondo cui chi inquina paga, Tirapelle afferma che «è necessario un potenziamento degli organi statali preposti al controllo e alla prevenzione su un territorio, quello Veneto, che è inquinato anche da concerie e da un’agricoltura intensiva».
«Per questo», spiega, «abbiamo chiesto di valutare la sussistenza della nuova ipotesi introdotta dalla recente legge 68/2015 sugli Ecoreati e di attivare l’Avvocatura dello Stato per sopperire alle mancanze della Regione Veneto, nonché di intraprendere le opportune azioni sia in sede civile che penale nei confronti dei responsabili».
«I cittadini, che si ritengono tutt’altro che allarmisti», sottolinea Piergiorgio Boscagin, «hanno bisogno di risposte e di soluzioni e si aspettano dei progetti partecipati, chiari e comprensibili da parte di tutti gli organi competenti. Progetti che salvaguardino la salute umana, l’agricoltura ed il territorio». (L’Arena – 24 giugno 2016)
24 giugno 2016