Giuseppe Bottero. Ci si aspettava una fiammata, e la fiammata è arrivata: i contratti a tempo indeterminato, nei primi due mesi del 2015, sono stati 79 mila in più rispetto al 2014, in aumento del 35%. A gennaio la crescita è stata del 32,5%, a febbraio del 38,5%. «È il segnale che l’Italia riparte, ed è solo l’inizio», dice Renzi che, a metà pomeriggio, «brucia» sul tempo l’annuncio del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. «Sono dati sorprendenti – spiega il premier – che mostrano una crescita a doppia cifra».
Effetto sgravi
A far segnare il cambio di passo, in attesa di misurare gli effetti del Jobs Act entrato in vigore il 7 marzo, sono stati gli incentivi alle imprese previsti dalla Legge di Stabilità. Un pacchetto di agevolazioni che prevede un risparmio annuale di ottomila euro per ogni nuovo contratto. Ecco perché, al momento, è difficile parlare di un incremento nei nuovi posti di lavoro. È verosimile, ragionano gli osservatori, che molte aziende abbiano trasformato le collaborazioni in scadenza in contratti stabili. «Per capirne di più bisognerà aspettare giugno, quando saranno pubblicate le prossime comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro», spiega Emmanuele Massagli, presidente dell’associazione Adapt fondata da Marco Biagi.
Resta, in ogni caso, un’accelerazione che fa esultare il premier: «Non sono numeri, sono storie di vita concreta. E i ragazzi che finalmente firmano un contratto a tempo indeterminato possono accendere un mutuo, avere certezze personali, mettere in cantiere una famiglia. Ci hanno detto di tutto in questi mesi – rivendica con orgoglio – ci hanno accusato di voler rendere la nostra generazione per sempre precaria. È vero esattamente il contrario: stiamo dando diritti a chi non ne ha mai avuti».
Il boom tra gli under 29
Tra gli under 29, infatti, la corsa dei nuovi contratti è stata ancora più sostenuta della media: +43,1% a gennaio e +41,4% a febbraio. Dati che, ovviamente, sono balsamo su ferite ben più profonde: la quota di disoccupazione giovanile, a gennaio, faceva segnare un preoccupante 41,2%. Eppure Poletti, ieri, non poteva fare a meno di sorridere: «È una grande soddisfazione pensare che tante persone che avevano un contratto a tempo ora hanno un contratto a tempo indeterminato».
Il titolare del Lavoro, inoltre, ha spiegato che è pronto il decreto per finanziare le domande per la cassa integrazione in deroga. Nei prossimi giorni verranno messi a disposizione delle Regioni dai 480 ai 500 milioni per chiudere tutto il 2014.
Il nodo della Garanzia
Secondo i dati del ministero prende quota anche il programma Garanzia giovani con 476.000 giovani iscritti, 233.000 presi in carico e 49.000 che hanno già avuto una proposta tra tirocini, lavoro, formazione, stage e servizio civile.
Contro la riforma del lavoro, ieri, è tornata a parlare il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: «Le norme sono ingiuste, sbagliate e punitive». Mentre Mediobanca, in uno studio, ha esaminato chi, a Piazza Affari, guadagna di più dalle norme del Jobs Act e della legge di stabilità. Tra quotate quelle che più beneficeranno della riforma sono Rcs, con un incremento dell’utile per azione del 19,7% in tre anni, l’Espresso (+17,8%) e Mondadori (+13,5%) insieme con Finmeccanica (+7,7%) e Italcementi (+5,5%). Poi Banco Popolare (+6,5%) e Bpm (+5%).
La Stampa – 27 marzo 2015