L’esito delle elezioni tedesche, il leader dei socialdemocratici Martin Schulz che annuncia l’addio alla Grande coalizione con i cristianodemocratici e il periodo di instabilità politica in arrivo in Germania hanno generato grande preoccupazione nelle istituzioni comunitarie, dove molti attendevano questo voto per ripartire con il rilancio dell’Europa guidato dall’asse franco-tedesco. Non a caso i primi a commentare sono stati leader euroscettici come la francese Marine Le Pen e l’olandese Geert Wilders, che hanno esaltato l’avanzata degli anti-Ue dell’AfD in Germania.
Nelle principali capitali si sono attardati ad analizzare i dati sui seggi e fino a tarda sera non sono arrivati nemmeno i complimenti di rito alla cancelliera Angela Merkel per pur parziale vittoria. Ha fatto eccezione il premier olandese Mark Rutte, alleato storico di Merkel in Europa, che ha auspicato di continuare a «lavorare insieme bene». Il governo del Belgio, tramite il ministro degli Esteri Didier Reynders, si è detto «preoccupato» per l’ascesa dell’estrema destra di AfD e ha sottolineato l’urgenza di «avviare riforme concrete nell’Unione Europea». Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani si è congratulato con la cancelliera perché «la Germania resta impegnata per l’idea europea» e ha esortato a riprendere a lavorare «insieme per riformare l’Europa».
Nell’Europarlamento la possibilità di riproporre la maggioranza storica tra europopolari ed eurosocialisti, che è stata sospesa per le esigenze elettorali di Merkel e Schulz (bloccando quasi tutta l’attività legislativa), si è allontanata. Altre maggioranze stabili restano difficili. Gli europopolari, che sono il primo partito, per far eleggere Tajani alla presidenza dell’aula, hanno dovuto chiedere i voti anche ai conservatori britannici, euroscettici e in uscita per la Brexit. Una coalizione di Merkel con i liberali può poi rendere più difficile la situazione a Bruxelles del governo italiano, che aveva l’influente appoggio dei socialdemocratici tedeschi nelle sue richieste di «flessibilità» nei vincoli Ue di bilancio.
Questa svolta potrebbe includere la conferma a Berlino di Wolfgang Schäuble come ministro delle Finanze, che entrerebbe in corsa anche per la presidenza dell’Eurogruppo come leader dei «rigoristi».
Ivo Caizzi – Il Corriere della Sera – 25 settembre 2017