Agosto porterà il ripristino degli assegni a importo pieno per chi è andato in pensione anticipata con meno di 62 anni nel periodo 2012-2014. Con qualche mese di ritardo, infatti, verrà data attuazione alla disposizione contenuta nella legge di Stabilità 2016.
La novità è stata annunciata nei giorni scorsi da Ettore Rosato, presidente del gruppo del Partito democratico alla Camera, a seguito di un incontro tra Inps e patronati, ed è stata confermata ieri dall’istituto di previdenza al Sole 24 Ore con un dettaglio in più: per le gestioni private le pensioni sono state ricalcolate tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio, con effetto sulla rata in pagamento il primo agosto, mentre in questi giorni si sta completando il ricalcolo delle gestioni pubbliche, che quindi verranno poste in pagamento senza penalizzazione da settembre. Dunque i dipendenti del comparto pubblico dovranno attendere un mese in più, ma poi, in entrambi i casi, si incasseranno anche gli arretrati relativi alle mensilità già trascorse quest’anno.
Il decreto legge 201/2011, con cui è stata fatta l’ultima riforma previdenziale, ha previsto una penalità per chi è andato in pensione anticipata (raggiungibile inizialmente con 42 anni e 1 mese di contributi per gli uomini, un anno in meno per le donne – ora sono necessari nove mesi in più per l’adeguamento alla speranza di vita) prima di compiere i 62 anni di età. Il taglio, effettuato sulla quota retributiva della pensione, è dell’1% per ognuno dei primi due anni di anticipo, ma diventa del 2% per ogni ulteriore anno. Se si abbandona il lavoro a 58 anni, per esempio, la decurtazione è del 6 per cento. Peraltro la penalizzazione non è stata applicata se l’anzianità contributiva è interamente dovuta a prestazione di lavoro effettiva, includendo in tale definizione anche congedi di maternità, malattia, cassa integrazione ordinaria e altri eventi.
Tale disposizione è stata applicata dal 2012 al 2014. Poi, con la legge di Stabilità 2015, è stata sospesa per chi è andato in pensione quell’anno o lo farà entro il 2017. Tuttavia in tale occasione non si è intervenuti sul pregresso.
Operazione che è stata fatta alla fine dell’anno scorso con la legge di Stabilità 2016: il comma 299 prevede che da gennaio di quest’anno siano messe in pagamento le pensioni a importo pieno, senza più decurtazioni, ma senza il riconoscimento degli arretrati degli anni passati. Il provvedimento riguarda, secondo la relazione tecnica alla legge, 17.495 pensionati del comparto privato che hanno subito un taglio medio di 861 euro lordi all’anno e finora hanno incassato mediamente 21.410 euro e 10.227 pensionati del comparto pubblico penalizzati per 514 euro lordi all’anno (29.119 euro l’assegno medio in pagamento). L’operazione di ripristino dei valori pieni determina un aggravio per le casse previdenziali di 143,2 milioni di euro al netto degli effetti fiscali nel periodo 2016-2025.
Peraltro, salvo ulteriori interventi legislativi, i tagli ritorneranno in vigore per chi si pensionerà dal 2018 in poi.
Matteo Prioschi – 23 luglio 2016